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Il Nobel per la Medicina a Mario Capecchi, laureato honoris causa all'Alma Mater

Il prestigioso riconoscimento premia il lavoro pionieristico svolto sul "gene targeting". Allo studioso italiano, che lavora negli Stati Uniti, l'Università di Bologna ha conferito, il 12 maggio scorso, una Laurea honoris causa in Biotecnologie mediche
Capecchi

Mario Renato Capecchi e i suoi colleghi Oliver Smithies e Martin Evans sono i vincitori del Premio Nobel per la Medicina 2007. L'annuncio, arrivato oggi da Stoccolma, motiva il prestigioso riconoscimento con la volontà di premiare il lavoro pionieristico che il team di tre studiosi ha svolto sul "gene targeting" nelle cellule staminali di embrioni murini: un potente strumento che ha fornito ai ricercatori di tutto il mondo la possibilità di alterare le sequenze di DNA del genoma di topo, permettendo così di valutare in dettaglio la funzione di ogni gene durante lo sviluppo embrionale o nelle fasi successive.

Proprio per i meriti raggiunti con la messa a punto di questo strumento, che ha rivoluzionato l'approccio all'utilizzo di modifiche genetiche nelle cavie di laboratorio, il 12 maggio scorso, l'Università di Bologna ha conferito a Mario Capecchi la Laurea honoris causa in Biotecnologie mediche.

Nato a Verona nel 1937, Capecchi ha sempre studiato e lavorato negli Stati Uniti, dove ha ricevuto nel corso della sua carriera i più importanti riconoscimenti scientifici. In occasione del suo ritorno in Italia, a Bologna, per ritirare la laurea conferitagli dall'Alma Mater, lo studioso aveva aperto il suo discorso ricordando la tradizione scientifica del suo Paese d'origine: "È un grande onore per me ricevere questa laurea honoris causa in Biotecnologie Mediche dell’Università di Bologna non solo perché la tradizione storica dell’Università di Bologna non ha pari, ma anche perché nel corso della storia l’Università di Bologna è stata un centro fondamentale di studi medici e biologici, tradizione che continua ancora oggi".

Grazie al lavoro sul "gene targeting", Mario Capecchi è diventato in breve tempo uno dei nomi più importanti per lo sviluppo di tecnologie dedicate alle modifiche genetiche nelle cavie di laboratorio, ma non solo. Il "gene targeting", infatti, trova anche diverse applicazioni nella medicina clinica: attraverso esso si può ricostruire in animali di laboratorio qualsiasi modello di malattia genetica umana e studiarne quindi l'evoluzione, valutando gli effetti di cure e terapie sperimentali.

In un prossimo futuro, poi, poiché si può scegliere quale gene modificare e come, nuovi approcci alla  terapia genica basati sul "gene targeting" potranno essere usati per correggere un gene endogeno difettoso nel tessuto umano appropriato. Queste nuove strategie di terapia genica mirata saranno perciò dirette alla causa prima della malattia piuttosto che ai sintomi.