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Aquis: serve un patto di stabilità per gli Atenei

Il Rettore ha incontrato questa mattina gli studenti che si sono mobilitati contro Legge 133. Proprio in queste ore ore, viene presentato un documento a Roma da Aquis, l'associzione per la qualità delle università italiane statali.
Aquis

Un documento articolato quello presentato dai Rettori degli Atenei che fanno parte dell’Associazione per la Qualità delle Università Italiane Statali - AQUIS

Eccone nel dettaglio i contenuti.

Il Paese non può rinunciare alla formazione superiore del proprio capitale umano né alla ricerca necessaria per l’innovazione. Non può quindi permettersi di affossare il proprio sistema universitario, nella convinzione che le università, nella tradizione europea riaffermata dai Ministri dell’Innovazione e della Ricerca della Comunità con la Dichiarazione di Berlino del settembre 2003, costituiscono "a public good and a public responsibility".

I Rettori delle Università aderenti ad AQUIS sono peraltro consapevoli della situazione in cui versa la finanza pubblica del Paese e sono convinti della necessità che anche gli Atenei facciano la loro parte nell’azione intrapresa dal Governo per il risanamento del bilancio dello Stato, ragionevolmente distribuito sui diversi capitoli di tale bilancio. Non è però condivisibile una politica che si limiti a "tagli" indiscriminati dei finanziamenti alle università pubbliche indistintamente per "fare cassa" a spese dei bilanci delle Università stesse, senza contemporaneamente avviare una politica che conduca ad una riqualificazione della spesa.

Il sistema universitario italiano deve intraprendere rapidamente la strada di un profondo rinnovamento sulle linee già seguite dai sistemi universitari dei Paesi europei più vicini per tradizione culturale e struttura economico-sociale (GB, Germania, Francia), con l’obiettivo di un miglioramento qualitativo del sistema e insieme di una razionalizzazione della spesa.

• E’ necessario siano create con urgenza condizioni migliori per una crescita qualitativa generale di tutto il sistema, con la definizione di regole nuove di governance del sistema: indicazione di obiettivi precisi da parte del Governo e del MIUR, autonomia degli Atenei per competere in un quadro di "concorrenza al meglio" in vista del raggiungimento degli obiettivi di sistema.

Non si può però pensare di essere all’"anno zero": la situazione è difficile per tutti, ma bisogna valorizzare ciò che di buono c’è già, ed è stato riconosciuto (vedi CIVR per la ricerca); e bisogna individuare rapidamente attraverso CNVSU, con adeguato monitoraggio delle situazioni diverse in cui si trovano gli Atenei, i "punti di forza" del sistema e i casi già ora a rischio di collasso quanto a gestione e bilancio.

• L’azione di governo del sistema da parte del Ministero dovrebbe puntare a rendere più competitivi i "punti di forza", ed ad evitare il collasso per le situazioni critiche. Ma anche i "punti di forza" non riusciranno a reggere se i fondi vengono tagliati in modo indiscriminato come fa la manovra economica approvata.

• I tagli drastici e generalizzati del Fondo di finanziamento ordinario delle Università previsti da questa manovra dovrebbero essere ridotti con i prossimi provvedimenti finanziari governativi già a partire dal 2009, liberando quote di finanziamento che dovrebbero essere reimmesse nel sistema e ridistribuite, con gradualità ma in tempi certi e concordati, secondo parametri di qualità accertata delle performances degli Atenei nella loro gestione, innanzitutto, nella ricerca e nella didattica.

I Rettori degli Atenei aderenti ad AQUIS intendono proporre con questo documento un metodo per avviare il dialogo con il Governo nella prospettiva del necessario miglioramento delle performances del sistema. Ciascun Ateneo dovrà dichiarare la propria disponibilità a mettersi in discussione in un confronto aperto e costruttivo che permetta di giungere a concordare, da parte di ciascun Ateneo, un patto di stabilità con MEF e MIUR. Ogni distinto patto di stabilità, individualizzato Ateneo per Ateneo, dovrà portare ad accordi di programma stipulati con i diversi Atenei che accettano di concordare con MEF e MIUR precise condizioni: i Ministeri competenti si impegnano a redistribuire i fondi tagliati nella manovra economica finanziando questi accordi di programma secondo principi e criteri preventivamente definiti.

• Tali principi e criteri definiscono le condizioni generali all’interno delle quali ciascun Ateneo concorda gli aspetti specifici dell’accordo di programma attraverso il quale si struttura il rispettivo patto di stabilità.

• La prima condizione che ogni Ateneo deve impegnarsi a soddisfare per poter presentarsi a sottoscrivere l’accordo di programma è quella di concordare con MEF e MIUR l’effettivo e reale pareggio di bilancio allo stato presente e sul medio-periodo, anche elaborando un piano poliennale di politica del personale, ed eventualmente di rientro del deficit, concordato con MEF e MIUR. Poiché non va dimenticato che nel medio periodo nessun Ateneo, ad FFO costante o in decremento, pur rinunciando alla necessaria assunzione di nuovi docenti o di unità di personale tecnico-amministrativo per dar corso al turn over, potrà garantire un bilancio in pareggio se rimangono inalterati i meccanismi oggi in vigore di adeguamenti automatici degli stipendi dei docenti o derivanti da CCNL per il PTA stabiliti centralmente, dovrà essere previsto per gli Atenei che firmeranno il patto di stabilità con MEF e MIUR un incremento annuo del FFO pari almeno al tasso di inflazione annua programmata da calcolarsi su una percentuale preventivamente definita dell’80% del FFO di ciascun Ateneo calcolato secondo il modello CNVSU. Gli Atenei per parte loro si impegnano a rispettare il limite di una percentuale di costi del personale pari all’80% sull’FFO di ciascuno di essi.

Le altre condizioni dovranno essere individuate in modo tale da garantire un sostanziale miglioramento delle performances degli Atenei secondo parametri che assicurino:

a) una didattica erogata all’insegna del principio della centralità degli studenti, con corsi di studio strutturati in modo da ottenere un accreditamento sia da parte del CNSVU (attraverso una rapida e puntuale individuazione di più rigorosi e stringenti parametri di qualità da rispettare nella strutturazione dei corsi di studio) sia da parte delle espressioni delle realtà sociali ed economiche locali, sia da parte degli organismi di rappresentanza studentesca presenti all’interno di ciascun Ateneo;

b) una ricerca la cui qualità sia riconosciuta attraverso le valutazioni CIVR, combinate con altri parametri internazionalmente condivisi, quando possibile, o comunque attraverso criteri definiti di intesa con il CIVR medesimo. La qualità documentata delle attività di ricerca dovrà essere stabilita in modo specifico con riferimento alle diverse aree disciplinari, e particolarmente in relazione a quelle nelle quali ciascun Ateneo si impegna a sviluppare il proprio programma di formazione post-graduate nelle Scuole di dottorato. Gli Atenei dovranno altresì impegnarsi a mettere in atto procedure di valutazione interna delle proprie strutture di ricerca nonché impegnarsi a distribuire le proprie risorse per le attività di ricerca e di formazione post-graduate secondo il sistema della peer review;

c) una qualità nel reclutamento della docenza, sia a livello nazionale che internazionale, con particolare attenzione al reclutamento dei giovani, accettando metodi nuovi quali procedure del tipo della tenure track (reclutamento attraverso posizioni di ricercatore a tempo determinato di sei anni al massimo dopo il phD, con valutazione di idoneità a numero prefissato con riferimento a ciascuna area scientifico-disciplinare effettuata da commissioni composte a livello nazionale e internazionale, con quantitativi di posti di professore associato messi a disposizione da MIUR e cofinanziate da ciascun Ateneo, all’interno di una programmazione rigorosa che responsabilizzi in modo forte ciascun Ateneo). Gli Atenei si impegnano a reclutare i ricercatori a tempo determinato secondo requisiti di qualità stringenti e predefiniti nello spirito della "Carta europea dei ricercatori". Dovrà essere garantita agli Atenei sottoscrittori del patto di stabilità, e comunque nell’immediato a quegli Atenei che sono sotto il limite del 90% nel rapporto AF/FFO, la deroga ai vincoli previsti dalla manovra finanziaria per il reclutamento di giovani nella posizione di ricercatore, nella prospettiva di cui sopra;

d) una disponibilità a rivedere il quadro complessivo della propria offerta formativa (lauree triennali, lauree magistrali e corsi di dottorato) all’interno di una dimensione di livello regionale o macroregionale per accettare la prospettiva della costruzione di un’offerta formativa integrata a tale livello, sviluppando iniziative in comune, eliminando doppioni, in una logica di forte complementarietà delle proposte, così da dar vita ad un autentico "sistema a rete" coordinato a tale livello, attraverso sinergie che consentano una razionalizzazione globale dell’offerta, per realizzare in tempi brevi e certi il necessario superamento della frammentazione e della parcellizzazione delle iniziative didattiche sul territorio, e per innescare un processo di rimodulazione dell’offerta didattica di ciascun Ateneo, che ne renda, nel medio periodo, sostenibile l’erogazione in un corretto rapporto costi-benefici;

e) l’impegno a modificare il proprio assetto di governance interno secondo principi che rendano possibile una gestione complessiva più efficiente ed efficace, che eviti derive autoreferenziali, che riduca il peso oggi esclusivo o preponderante dei "portatori di interessi" interni all’Ateneo nelle scelte di allocazione delle risorse; questo significa disponibilità ad andare verso un assetto di governance che separi nettamente le funzioni di indirizzo delle attività didattiche e di ricerca, da affidarsi ad organismi formati dai docenti, da quelle di gestione delle risorse, da affidarsi ad un Consiglio di Amministrazione organizzato sulla base del principio delle competenze, anche composto da esperti esterni all’Ateneo, con un presidente eventualmente diverso dal Rettore, la individuazione dei quali dovrà avvenire con un forte coinvolgimento dei rappresentanti degli stakeholders esterni all’Ateneo stesso (istituzioni, forze sociali e produttive, società civile nel suo complesso);

f) la disponibilità a negoziare con MEF e MIUR modalità nuove di definizione dei livelli e dei criteri di contribuzione studentesca nella consapevolezza che è inoltre necessario ridiscutere il sistema attuale che affida ad enti strumentali su base regionale gli interventi in materia di diritto allo studio universitario, per assicurare maggiore equità nelle politiche di attuazione di tale diritto tenendo debitamente conto delle "condizioni al contorno" derivanti dalla collocazione territoriale di ciascun Ateneo, così da evitare pesanti distorsioni nell’applicazione dei principi garantiti dalla Costituzione sull’intero territorio nazionale;

 g) l’impegno a dotare il proprio Ateneo di un codice etico di comportamento che, sulla base di principi condivisi, si proponga di contrastare con equilibrio e ragionevolezza i casi di nepotismo nella carriera accademica, di discriminazione di genere, di misconduct nelle attività di ricerca, ecc.

I Rettori delle università aderenti ad AQUIS propongono pertanto al Governo, ed in specie ai Ministeri di riferimento MEF e MIUR, di iniziare immediatamente una trattativa sulla base del presente documento, per arrivare nei tempi più brevi possibile alla condivisione dei principi e dei criteri necessari alla stipula di accordi di programma nella logica del patto di stabilità tra singoli Atenei e Governo, nello spirito della più piena collaborazione tra istituzioni pubbliche e con il più convinto senso di responsabilità.

In assenza di segnali concreti in questa direzione da parte del Governo, emergerebbe con chiarezza una incomprensibile volontà da parte del Governo stesso di penalizzare anche gli Atenei più consapevoli della gravità della situazione attuale e più pronti a mettersi in discussione in modo aperto, trasparente e costruttivo.

I Rettori di tali Atenei non potrebbero allora non trarne le inevitabili conclusioni, dando seguito a tutte le iniziative necessarie per evitare la catastrofe dell’intero sistema universitario pubblico del Paese.