Giganteschi depositi sedimentari, chiamati megatorbiditi, occupano da millenni i fondali del Mediterraneo orientale. La loro presenza è testimonianza di uno tsunami che in tempi antichi deve essersi abbattuto con forza su molte coste, e dagli anni Settanta gli studiosi stanno cercando di capire cosa (e quando) successe davvero.
Le Conferenze del giovedì, promosse ogni settimana a Ravenna da Corso di Laurea di Scienze Ambientali e Laurea Magistrale in Scienze per l'Ambiente, aprono il prossimo giovedì 27 novembre un ciclo di tre incontri dedicati alle catastrofi naturali. "L'enigma dell'omogenite: alla ricerca dello tsunami perduto" sarà il tema del primo appuntamento: a parlarne, Luigi Vigliotti, studioso di geologia e ricercatore all'Istituto di Scienze Marine del Cnr di Bologna.
Nel corso di decenni di studi diverse sono le ipotesi emerse per spiegare la presenza dei megatorbiditi sul fondo del Mediterraneo orientale. La prima elaborata fa risalire l'evento a 3650 anni fa, quando l'isola vulcanica di Santorini, in Grecia, sprofondò in parte in seguito a una violenta eruzione. L'eruzione e lo tsunami che ne conseguì furono i responsabili dell'estinzione della cultura minoica, e anche il mito di Atlantide potrebbe essere collegato a quell'antica catastrofe.
Più di recente un'altra causa per giustificare questi giganteschi depositi sottomarini è stata indicata da un gruppo di vulcanologi: il crollo della Valle del Bove, sui fianchi dell'Etna, 8000 anni fa. Ma una terza ipotesi emerge da un'analisi attenta dei dati geologici. La possibile causa sarebbe il terremoto del 21 luglio 365 d.C., evento che devastò tutte le coste del Mediterraneo centro-orientale e decretò, di fatto, la fine dell'Impero Romano d'Occidente.
Starà a Luigi Villotti, giovedì 27, alle 14, nell'Aula Magna di Scienze Ambientali (Via dell'Agricoltura, 5 - Ravenna), fare ordine tra i dati, le storie e le ipotesi e cercare di dare una risposta all'enigma: trovare quale fu lo tsunami perduto. La settimana successiva, giovedì 4 dicembre, il ciclo di incontri prosegue con l'intervento di Piermaria Luigi Rossi su "Miti, tempo, catastrofi della natura", mentre l'11 dicembre sarà la volta di Luca Gasperini con "Tunguska 1908 un secolo dopo: una nuova ipotesi per l'impatto del meteorite".