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Raddoppia il budget per la ricerca e per gli studenti stranieri

Da 37 a 72 milioni in cinque anni: dalle aziende il 42 per cento delle risorse; quadruplicati i fondi UE. Un bilancio sugli ultimi otto anni al convegno "Ricerca e internazionalizzazione: l’Alma Mater e la sfida europea", con il rettore Calzolari e il prorettore Grandi
Raddoppia il budget per la ricerca e per gli studenti stranieri

Raddoppiate negli ultimi cinque anni le risorse esterne per la ricerca dell’Università di Bologna, passate dai 37 milioni di euro del 2003 ai 72 del 2008, cui va aggiunta una somma sostanzialmente stabile di altri 20 milioni annui di autofinanziamento. A trascinare verso l’alto i contributi esterni, nonostante la recente diminuzione dei fondi statali, l’aumento dei finanziamenti europei (da 4 a 17 milioni incassati) e degli investimenti in ricerca applicata delle imprese (da 15 a 25). Questi ultimi, sommati a 5 milioni di contributi privati per la ricerca, arrivano al 42 per cento dell’intero budget.

"E’ la prova che l’ateneo aveva visto giusto cinque anni fa - dice il rettore Pier Ugo Calzolari - quando, prevedendo una costante riduzione dei finanziamenti statali, abbiamo assunto un dirigete della ricerca, Bruno Quarta, con esperienza nel settore privato, e scelto di investire con decisione sui finanziamenti europei, che infatti sono quadruplicati e nel 2008, per la prima volta, hanno raggiunto il livello di quelli statali". Questi alcuni degli argomenti affrontati nel convegno in Aula Absidale "Ricerca e internazionalizzazione: l’Alma Mater e la sfida europea", introdotto dal rettore Pier Ugo Calzolari e dal prorettore Roberto Grandi.

Insieme ai soldi sono aumentati anche i ricercatori, che erano circa 1110 nel 2003 e quasi 1300 cinque anni dopo (+17 per cento), e gli assegnisti, i più giovani tra gli addetti alla ricerca, lievitati nello stesso periodo da 640 a 850 (+33 per cento), mentre sostanzialmente stabili sono rimasti i professori di prima e seconda fascia (+3 per cento).

"Oltre che sulla quantità - spiega Calzolari - abbiamo lavorato anche sulla qualità, promuovendo la ricerca di alto livello. Siamo l’unico ateneo italiano ad aver adottato un sistema di valutazione e incentivazione individuale della ricerca. Questo ci ha consentito di premiare chi produce risultati di peso: negli ultimi cinque anni sono infatti aumentate le pubblicazioni sulle riviste scientifiche più autorevoli, vale a dire le scoperte e i progressi di maggior valore scientifico e influenza a livello internazionale. Gli ambiti disciplinari in cui siamo più affermati sono le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Ict), l’agroalimentare e anche le discipline umanistiche".

Progressi consistenti anche sul fronte dell’internazionalizzazione universitaria, che pure rimane un tallone d’Achille per il Belpaese. Gli studenti Erasmus sono schizzati da 1255 unità nel '97, a 2961 nel 2008 (+ 136 per cento): oggi l’ateneo è al primo posto in Europa per giovani in uscita e al quinto (primo non spagnolo) per quelli in entrata. Quasi raddoppiati nel frattempo anche gli studenti stranieri regolarmente iscritti all’Alma Mater, che oggi sono 4592 (il 5,2 per cento di tutti gli iscritti) a fronte dei 2949 (il 2,9 per cento del totale) del '99.

Sul fronte dell’insegnamento si moltiplicano i corsi di laurea interamente in inglese (lezioni ed esami), che nel 2007 erano 4, e saranno invece 11 il prossimo anno accademico, mentre 28 sono quelli che garantiscono una laurea congiunta o multipla, valida cioè anche all’estero in sistemi di educazione superiore diversi dal nostro. Parallelamente hanno goduto di un vero boom le summer school, i corsi estivi in lingua inglese, aperte a giovani italiani e stranieri: sono infatti passate dalle 18 del 2003 (482 iscritti), alle 53 di quest’estate (circa il triplo dei frequentanti).

Unibo ha inoltre accentuato la propria competitività nell’intercettare i fondi UE per l’internazionalizzazione della didattica, ricorda il dirigente amministrativo per le relazioni internazionali Giovanna Filippini. Prova ne sono il recente successo nel programma di mobilità e cooperazione Erasmus mundus external cooperation window che ha visto triplicare il numero di paesi extra-europei interessati e probabilmente raddoppiare il numero delle borse per l’ateneo felsineo e gli otto corsi di studio che si fregiano del prestigioso marchio Erasmus Mundus. Altri programmi europei in cui Unibo eccelle sono, ad esempio: Tempus, per il quale quest’anno l’ateneo ha presentato 25 progetti, tuttora in corso di selezione, contro gli 11 dell’anno scorso; LLP multilateral e network project, in cui i progetti sono stati 2 presentati e 1 finanziato nel 2007, 14 presentati e 11 finanziati nel 2008 e 18 presentati (ancora in selezione) nel 2009; LLP Erasmus placement, per i tirocini professionali in giro per l’Europa, che hanno interessato 38 giovani lo scorso anno accademico e 105 in quello corrente.

"L’internazionalizzazione della nostra università - conclude Calzolari - si basa su politiche di mobilità e sulla capacità di attrarre i migliori studenti dall’estero, garantendo loro borse di studio con standard europei".