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Vulcani e dintorni dell’io: interiorità a confronto

Cosa suscitano nel nostro animo le immagini dei più singolari spettacoli della natura? Ce lo racconta una mostra fatta di testi ed immagini. Al Museo Bombicci (Piazza San Donato 1), dal 12 ottobre al 31 novembre
Mostra "Il paesaggio è opera della mente". Prende in prestito le parole da Simon Shama il prof. Piermaria Luigi Rossi, ordinario di Vulcanologia e direttore del Dipartimento di Scienze delle Terra e Geologico ambientali, che questa volta veste i panni dell’autore di una mostra singolare. Duecentoventi scatti, didascalie citazioni e sette poesie (tre delle quali inedite)."Mi dispiace quasi chiamarle così", scherza il professore ricordando le parole di Benedetto Croce, il quale sosteneva che, da grandi, solo i poeti e i cretini scrivono poesie. "Eppure- spiega - bisognava trovare una modalità di espressione immediata e profonda per tentare di trascrivere le emozioni del paesaggio. Un linguaggio come quello della musica, della pittura. E della poesia appunto".

Lo studio del prof. Piermaria Luigi Rossi è pieno di rocce, frammenti e immagini, ma sul tavolo ci sono tanti libri. Ci sono le poesie di Neruda, i versi di Omero. "In questi anni è proprio questo il mio interesse principale – racconta -. Un grande atto di amore verso la natura vissuta, osservata, percorsa, catturata come si fa con un dipinto, un quadro o un’opera architettonica" .

"Quello che ho voluto fare attraverso la mostra, che torna all’Alma Mater dopo essere stata all’isola di Salina – prosegue il professore - è tentare di mettere assieme l’osservazione dei paesaggi naturali, dei vulcani, dei deserti, delle rocce con le modificazioni dell’osservatore di fronte ad essi, gli stati d’animo, le emozioni".

Da sempre il fenomeno vulcanico ha attratto l'uomo, affascinandolo e terrorizzandolo tanto da rappresentare uno dei primi fenomeni naturali tramandati dai primordi della civiltà, attraverso i miti e i filosofi greci e romani.

I pannelli della mostra mettono in fila le zone del mondo in cui il professor Rossi ha concentrato i suoi studi della terra. Si incomincia dalle Alpi per poi passare alle isole Eolie, "quelle isole che, come scriveva Omero, danno la sensazione di essere isole galleggianti" - racconta Rossi. Quindi l’Etna. Questa volta il professore ricorda le emozioni e le testimonianze di Pindaro che raccontò l’eruzione del 479 a.C. E ancora l’Islanda, "l’isola pianeta come la chiama Manganelli", con i suoi tentativi di tramonto. Poi il paesaggio cambia e cambia anche l’emisfero per arrivare alle Ande cilene. Le suggestioni letterarie ora chiamano in causa Pablo Neruda, Luis Sepulveda e Isabelle Allende che racconta dei villaggi fantasma e del treno della cordigliera.

Le motivazioni, i contenuti, le emozioni raccolte nella mostra sono tutti elementi di un libro con lo stesso titolo appena terminato, che vedrà la stampa entro l’anno.

La mostra sarà allestita al Museo di Mineralogia Bombicci, presso il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università. Dal 12 ottobre al 31 novembre. Nella primavera scorsa era stata esposta al Museo dell’evoluzione di via Selmi.