CoralWarm studierà la salute degli architetti del mare
Come staranno fra cento anni i coralli del Mediterraneo o del mar Rosso? Quali saranno gli effetti dell’incremento delle temperature e della acidità del mare sulla loro salute? Un gruppo di ricercatori, bolognesi e israeliani, riceverà dalla Comunità europea oltre 3 milioni di euro per finanziare 5 anni di studio.
Si tratta di un grant dell’ European Research Council, l'agenzia che finanzia la ricerca di base dei proposal sottoposti al bando IDEAS del VII programma quadro. Quest’anno sono state ben 1584 le candidature e solo l’1 % ha ottenuto il finanziamento.
I coralli sono i maggiori biocostruttori del pianeta. Formano degli habitat tridimensionali che ospitano il resto della catena alimentare. Ecco perché una loro riduzione o il loro degrado può avere conseguenze rilevanti non solo in ambito ecologico, ma anche da un punto di vista economico, per gli effetti negativi sulla pesca e sul turismo e per quelli negativi sulla protezione delle coste che le scogliere coralline assicurano negli ambienti tropicali. Ciò che lo studio si propone di fare è di eseguire campionamenti dalla Liguria fino alla costa africana, e studiare come mutano le popolazioni di coralli in relazione alla diversa esposizione all’irradiazione solare e in prossimità di vulcani sottomarini (zone dove cioè l’acidità è più elevata). I dati recuperati dalle stazioni durante le immersioni verranno poi analizzati da diversi punti di vista: quello chimico, quello biomolecolare e quello fisico della struttura degli scheletri.
L’obiettivo finale di CoralWarm è quello di creare un modello matematico in grado di prevedere come le popolazioni di coralli mediterranei e tropicali varieranno nei prossimi 50-100 in funzione dei futuri incrementi di temperatura e acidità degli oceani previsti dall’IPCC, l’Intergovernamental Panel on Climate Change, il corpo ufficiale di scienziati dell’ United Nations Environment Programme - World Meteorological Organization, che studia i mutamenti climatici.
L’originalità dell’approccio e l’articolazione interdisciplinare del team di ricerca è stato infatti uno degli elementi distintivi valutati dall’ERC. In particolare sono 3 le anime del progetto: dottor Stefano Goffredo, che studia la biologia dei coralli mediterranei e del Mar Rosso, il prof. Giuseppe Falini, noto a livello internazionale per i suoi studi sulla biomineralizzazione e il prof. Zvy Dubinsky, che è un leader mondiale degli studi sulla fotosintesi.
Il progetto vede tra l’altro la partecipazione attiva di studenti e dottorandi del Marine Science Group, il gruppo che Goffredo ha fondato a Bologna nel 1996, specializzato sulla biologia dei coralli. Proprio la freschezza delle idee oltre all’esperienza dei docenti e dei loro gruppi di ricerca ha creato il mix vincente di questo progetto.