"Trarre guadagno dal denaro stesso e non al fine per cui esso fu escogitato costituisce il più innaturale di tutti i modi di arricchire". Sembra la morale modernissima che si può trarre oggi dalla crisi economica mondiale, invece sono parole pensate a scritte quasi venticinque secoli fa, da Aristotele. L'economia e i grandi pensatori dell'antichità, "Regina Pecunia" ovvero "Sua Maestà il Denaro": questo il tema al centro dell'ottava edizione del ciclo di lezioni e letture classiche in Aula Magna, promossa dal Centro Studi "La permanenza del Classico".
Tutti i giovedì del mese di maggio, l'Aula Magna di Santa Lucia e la contigua Aula Absidale ospiteranno lezioni di intellettuali ed esperti accompagnate dai testi degli autori classici, greci, romani e del primo medioevo, letti da attori ed interpreti d'eccezione.
"Che cosa possono dirci gli autori della classicità sull'economia?", si chiede il direttore de La permanenza del Classico Ivano Dionigi. "Il tema economico nei classici differisce profondamente dall'impostazione odierna, per ragioni, storiche, sociali, ideologiche. Ci sono però passaggi e riflessioni che possono riguardarci da vicino". Il fatto che il termine greco "kerdos" significhi sia "denaro, guadagno" che "inganno" è ottimo indicatore di come esistesse già allora un pensiero preciso sul mondo dell'economia che ancora oggi può essere molto attuale. Protagonisti dei testi letti saranno soprattutto autori latini, ma sarà presente anche il pensiero della prima cristianità: un passaggio importante per l'evoluzione del tema economico. "Mentre nell'etica classica - dice ancora Dionigi - al centro c'era la misura, il giusto, il canone e bisognava quindi essere virtuosi, con il cristianesimo si passa dalla morale individuale a quella sociale, alla giustizia, al pensare all'altro".
"Chrémata anér. L’uomo è denaro" è il tema dell'appuntamento iniziale, giovedì 7 maggio, insieme a Massimo Cacciari e allo stesso Ivano Dionigi, le letture affidate alla voce di Lina Sastri. Seconda serata il 14 maggio sul tema "Auri sacra fames. La maledizione dei poveri" che avrà per protagonista Vandana Shiva: occasione per parlare di globalizzazione, disuguaglianza sociale, economia delle risorse, mercato planetario. I testi, tra Platone, Seneca, Omero ed Apuleio, saranno interpretati da Michele Placido.
Giovedì 21 il terzo appuntamento, con lo storico e intellettuale Luciano Canfora e l'economista e manager Franco Debenedetti. Titolo "Pecuniae imperare oportet. Governare la ricchezza", leggono i testi classici Umberto Orsini e Valentina Sperlì. Infine, il 28 maggio chiusura con Enzo Bianchi e Guido Rossi parlando di "Verae divitiae. La vera ricchezza": mercato e finanza dal punto di vista laico e da quello religioso. Legge Luca Zingaretti.
Dal 7 al 28 maggio, l'Aula Magna di Santa Lucia ospiterà anche una mostra fotografica sulle opere di Canova e altri importanti scultori del neoclassicismo, come Thorvaldsen, Finelli, Bienaimé, Tenerani. Le fotografie sono opera di Salvatore Mirabella e prendono spunto dalla mostra in corso ai Musei di San Domenico di Forlì "Canova, l'ideale classico tra scultura e pittura".
L'ingresso alle serate è a inviti, da ritirare il martedì precedente a ogni appuntamento, dalle 17 alle 19, presso il Centro Studi "La permanenza del Classico" (via Zamboni, 32). Gli incontri saranno trasmessi anche via web, in streaming video sul sito del Centro Studi.