Sarà in grado di ridurre la mortalità della cellula cardiaca dopo l’infarto, di indurre alla formazione di nuovi vasi coronarici e di reclutare cellule staminali endogene.
La nuova molecola, sintetizzata e sperimentata in maniera soddisfacente sui topi, è il risultato di uno studio pubblicato sull’organo ufficiale della American Society of Biochemistry and Molecular Biology, il prestigioso Journal of Biological Chemestry. Autore della scoperta è un gruppo di ricerca coordinato dal prof. Carlo Ventura, direttore del Laboratorio di Biologia Molecolare e Bioingegneria delle Cellule staminali dell’Istituto nazionale di biostrutture e biosistemi (Inbb) presso il Dipartimento cardiovascolare dell’Università di Bologna e il Bioscience Insitute di San Marino.
In pratica ad un’iniezione di HBR potrebbe fare seguito un trapianto di cellule staminali autologhe precedentemente coltivate in laboratorio e trattate ex vivo con la stessa molecola. Questo potrebbe incrementare il potenziale a lungo termine della riparazione cardiaca nelle persone affette da infarto.
Il progetto di ricerca è anche un positivo esempio di partnership tra pubblico e privato. E’ stato infatti condotto in collaborazione con Bioscience Institute- Cell Factory dedicata all’espansione e alla crioconservazione autologa di cellule staminali del tessuto adiposo e del cordone ombelicale e con il dottor Vincenzo Lionetti, il professor Fabio Recchia dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR e della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e il prof. Gianandrea Pasquinelli del Dipartimento di Ematologia, oncologia e patologia clinica dell’Alma Mater.