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L'Alma Mater conquista l'accesso nella poule b di Champions League

Splendeva il sole, ieri, sul complesso sportivo universitario di via del Terrapieno. Splendeva il sole sullo spettacolo messo in piedi dall'Alma Mater Studiorum con centinaia di ragazzini che si sono sfidati per la Junior Cup voluta da Pietro Amorosini per seminare qualcosa per il futuro.
hockey Finisce 4 a 2 per il Cus Bologna sui croati dell'Hc Pliva Lipovci. Tripletta del solito Sergej Stasiouk, il miglior giocatore del torneo, e rete di Simone Fughelli. Un 4 a 2 che non consente al Cus di conquistare, per una rete di scarto, il primo posto che finisce ai bielorussi.

Ma seppur secondo il Cus strappa il pass per la poule B di Champions League. Tattica spregiudicata di Marco Cerè, che inserisce l'uomo in più al posto del portiere. E Cus che conduce 4 a 0 fino a tre minuti dalla fine: sarebbe stata l'apoteosi per vincere il torneo, ma il secondo posto, a parimerito, non cancella i grandissimi meriti di una squadra straordinaria. Splende il sole anche sugli irlandesi di Three Rock Rovers che, dai e dai, un punto lo strappano. I figli d'Irlanda porteranno a casa il cucchiaio di legno di questo European Challenge messo in piedi dal Cus Bologna, ma con la soddisfazione di aver strappato un punto nell'ultima sfida utile.

E il resto? Il resto sono le immagini e le istantanee di una manifestazione che resterà per sempre negli annali della federazione internazionale perché Bologna si mobilita per l'hockey indoor, riempiendo le tribunette del PalaCus, almeno per una volta troppo piccolo per ospitare l'affetto delle Due Torri. E in una splendida domenica di sole - si gioca all'interno del PalaCus, ma ferve l'attività anche negli impianti esterni con tanti ragazzini entusiasti di correre dietro una pallina - c'è anche Giulio Cesare Carloni, il presidente del Comitato per lo Sport Universitario. La vicinanza e la comunanza di interessi tra il Cus e l'ateneo è sempre più stretta. C'è il numero uno del Cus Bologna, Francesco Franceschetti che si guarda attorno e pensa al futuro. Un futuro che dovrebbe prima o poi riportare un robusto maquillage all'impianto in sintetico per l'hockey. Intitolato alla memoria di Giovanni Minghini, storico presidente del Cus, l'impianto mostra qualche ruga. Quando fu inaugurato nella seconda metà degli anni Ottanta, era uno dei pochi in Italia. Dopo più di vent'anni le tecniche sono cambiate e il Cus Bologna dovrà adeguarsi. Chi non si adegua è la squadra di Marco Cerè. Non si adegua perché qualsiasi competizione ci sia applica la famosa legge del PalaCus. Cosa dice questa legge? In realtà non lo sa nessuno: è solo che i biancorossi ogni qual volta giocano tra le mura amiche si trasformano e, anche gli avversari più blasonati, vengono piegati. Finisce così in gloria, con il Cus Bologna che conquista il secondo posto, non per se ma per l'Italia. Tra un anno, il Bra, che ha portato a casa poche settimane fa il titolo italiano di hockey indoor, potrà difendere l'onore e il prestigio del nostro paese nella poule B di Champions League.

Da applausi tutto il Cus Bologna, dal presidente Francesco Franceschetti al general manager Gianmario Borioni, al factotum nonché presidente del comitato regionale della Fih Pietro Amorosini, senza dimenticare il team manager Andrea Tesi, il vice di Marco Cerè, Filippo Treno e il preparatore atletico, Federico Panieri. Da applausi tutti i giocatori in rigoroso ordine alfabetico: Alessandro Palmieri, Andrea Albertini, Daniele Gadda, Pietro Amorosini, Simone Fughelli, Tommaso Martinelli, Umberto Dotta, Gianfranco Pagani, Nicola Sanasi, Simone Cesari, Pietro Pagni, Sergej Stasiouk, Antonio Martinelli, Omar Bianciotto. Da sottolineare, infine, anche l'apporto di uno sponsor quale Pilot Pen che ha dato una robusa mano agli organizzatori, contribuendo ai premi che sono finiti nelle mani dei ragazzini.