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Una classifica stilata sulla base dell’indice "h" premia un ricercatore Unibo

Massimiliano Bonafè, anni 41, del Dipartimento di Patologia Sperimentale dell’Alma Mater è il primo (ed anche il più giovane) tra i ricercatori di nazionalità italiana che operano nel nostro paese secondo la classifica di biomedicina che prende in esame l’indice "h"
Si chiama indice "h". E’ opera del fisico Jorge E. Hirsch il quale ha individuato uno strumento per determinare la produttività e l’impatto delle pubblicazioni scientifiche dei ricercatori. Come funziona? Ogni ricercatore è associato ad un numero di pubblicazioni e alle loro citazioni. L’indice può essere utilizzato per calcolare la produttività e l’impatto di un gruppo di ricercatori, di un dipartimento o della ricerca in un paese.

Se si considera che l’indice tiene conto del numero assoluto di pubblicazioni è ovvio che l’età viene ad assumere un peso. Un gruppo di studiosi di Manchester ha deciso di applicare l’indice ponendo, ad esempio, il vincolo dell’età (al di sotto di 50 anni) e di stilare una classifica totale per il campo specifico della biomedicina. In tale classifica il ricercatore Unibo si colloca al primo posto tra gli italiani che operano nel nostro paese (secondo in termini assoluti dietro ad una ricercatrice italiana che però lavora ad Harvard).

L’indice ha un intento predittivo secondo gli studiosi che lo hanno elaborato. Nel senso che chi è ben posizionato nelle classifiche elaborate sulla base dell’indice è facile che, almeno per il mondo anglosassone, sia chiamato a far parte dell’Accademia delle Scienze o di organismi quali l’Accademia che assegna i premi Nobel. "Al di là di questi aspetti– precisa Bonafè- l’indice h costituisce una valutazione numerica relativa al riconoscimento da parte della comunità scientifica del lavoro svolto da un ricercatore". All’estero l’indice h viene utilizzato spesso per valutare la produttività dei ricercatori. "Oggi – conclude Bonafè – esiste la fondata speranza che a livello nazionale tale indice entri nell’uso comune sia nella scelta delle commissioni per i futuri concorsi sia come parametro di valutazione per l’assegnazione di fondi di ricerca".