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Quei barbari che amavano i cani

Scomparso dall'arte figurativa all'inizio del Medioevo, il fedele compagno dell'uomo ricompare qualche secolo più tardi nelle Leges Barbarorum, le leggi dei barbari. Documenti che racchiudono la prima tassonomia canina della storia europea. Fondamentale il ruolo dell'animale nella caccia: "La pratica venatoria era una delle attività principali tra le popolazioni che invasero i territori dell’ex Impero romano"
Quei barbari che amavano i cani

E' il migliore amico dell'uomo, si dice. E non a caso. "Il rapporto di amicizia tra uomo e cane inizia circa quindicimila o addirittura ventimila anni fa, e molto prima di quanto si possa pensare rispetto ad altri animali come bovini, ovini e suini che sono stati addomesticati successivamente". A parlare è Marco Iuffrida, dottorando in Storia Medievale all'Alma Mater, autore di una ricerca curiosa e interessante il cui protagonista è proprio il cane, nel suo rapporto con l'uomo attraverso i secoli.

Il punto di partenza è un fatto strano che si nota dai primi secoli dall'Alto Medioevo: il cane, che fin dalla preistoria appare spesso rappresentato nelle diverse forme dell'arte figurativa, improvvisamente scompare. Per diversi secoli il fedele compagno dell'uomo viene letteralmente scacciato dall'arte. Di lui non ci sono più tracce visive e anche le testimonianze scritte scarseggiano. Una rimozione sospetta: improbabile pensare che d'improvviso il cane abbia smesso di accompagnare l'uomo nelle sue attività quotidiane, al lavoro e in casa.

La soluzione all'enigma sta in una coincidenza temporale: i secoli in cui il cane scompare nelle rappresentazioni figurative sono quelli dell'avvento del Cristianesimo. "Le Sacre Scritture - spiega Iuffrida - avevano attinto al mondo degli animali per rappresentare simbolicamente i comportamenti deprecabili e 'non umani' dell’essere umano. E il cane, veniva inteso come l’animale più rappresentativo del peccato umano".

Non per questo però il cane aveva smesso in quei secoli di accompagnare l'uomo. Anzi, c'è una fonte storica che mostra come la sua importanza, in conseguenza degli sconvolgimenti sociali del periodo, fosse in aumento. Si tratta delle Leges Barbarorum, le leggi dei barbari, documenti datati tra il V e l'VIII secolo d.C. "In queste leggi che sono la prima codificazione delle consuetudini barbariche, ho scoperto qualcosa di interessante: l’identificazione esclusiva della prima tassonomia canina della storia europea". Giuristi Visigoti, Franchi, Longobardi, Frisoni individuano ed elencano una trentina di tipologie canine, indicando anche il valore dei diversi esemplari. Come mai allora, scomparso dall'arte, il cane riappare nei codici legali? "La risposta sta nel valore economico e sociale che la caccia aveva presso i nuovi regni romano-barbarici", continua Iuffrida. "La pratica venatoria era infatti una delle attività principali tra le popolazioni che invasero i territori dell’ex Impero romano".

Già allora il cane non era però solo un utile compagno nella caccia: "dal cane da conduzione del gregge al cane che aveva il compito di scacciare i lupi, e così via fino al cane da compagnia - spiega il dottorando - vengono descritte nei dettagli circa trenta tipologie canine - canis petrunculus, canis acceptoricius, triphunt, hovawart, barmbraccus, e così via - da sottoporre a tassativa tutela".

Parte da qui, si può dire, la rinascita del cane dopo il periodo buio dell'Alto Medioevo. Nei secoli successivi l'animale divenne il nuovo status symbol della classe aristocratica. E ben presto ricomparve anche nell'arte figurativa, nelle scene di caccia ma anche come grazioso compagno in grembo alle dame di corte. "Fino ad ora - chiude Iuffrida - si era ritenuto il più tardo De arte venandi cum avibus di Federico II il primo vero documento storico a trattare in maniera specifica di cani. E' invece proprio nell’aspetto cinofilo delle Leges barbarorum che si individuano i prodromi di quella cultura artistico-letteraria che nel Quattrocento e Cinquecento vide il fiorire di una trattatistica dettagliata sulla cura e l’allevamento di questi animali".