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Gli elefanti "sismologi" scampati allo tsunami

Un incontro al Museo Capellini in compagnia di Francesco Mulargia, docente Unibo di Geofisica, per provare a capire come gli elefanti e gli altri animali selvatici riuscirono a salvarsi dal devastante tsunami del 26 dicembre 2004
Gli elefanti "sismologi" scampati allo tsunami

Il  26 dicembre 2004 un terremoto di magnitudo 9.3, con epicentro nell’Oceano Indiano Orientale, produsse uno dei più grandi tsunami della storia, seminando morte e distruzione sulla maggior parte delle coste meridionali dell’Asia. Il bilancio finale fu di oltre duecentomila morti. Ciononostante, e molto sorprendentemente, non ci furono vittime tra gli elefanti e tra gli altri animali selvatici, che scapparono verso l’interno ben prima dell’arrivo delle onde assassine.

Come è potuto succedere che l’uomo con tutta la sua scienza e la sua tecnologia sia stato drammaticamente surclassato da animali, senza università, senza computer, e senza fondi di ricerca? L'analisi di questa incredibile evidenza mostra che gli elefanti hanno dei sensori sismici superiori ai più moderni sismografi digitali, nonché una profonda conoscenza pratica delle onde sismiche, tanto da raggiungere la capacità -  sconosciuta all’uomo - di usare le onde sismiche per comunicare. Per gli elefanti lo tsunami è stato una potente vibrazione proveniente dal mare, che hanno prontamente localizzato, fuggendo verso l’interno lontani dalla costa. Gi altri animali selvatici li hanno imitati, salvandosi anch'essi.

Ne parlerà Francesco Mulargia, docente Unibo di Geofisica, durante un incontro in programma sabato 5 novembre, ore 16,30, al Museo Geologico "Giovanni Capellini".