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L'Università di Bologna è il primo centro europeo per le pubblicazioni sulla narcolessia

In seguito a uno studio dello Swedish Research Council, che analizza la distribuzione delle pubblicazioni scientifiche che riguardano la malattia neurologica, l'Alma Mater risulta terza nel mondo, dopo Stanford e Harvard, e prima in Europa
L'Università di Bologna è il primo centro europeo per le pubblicazioni sulla narcolessia L'Alma Mater è la prima università in Europa e terza nel mondo per le pubblicazioni sulla narcolessia. Lo dice un rapporto stilato dallo Swedish Research Council, commissionato dal governo svedese. Il report, intitolato "Mapping of Research Relevant to the Etiology and Treatment of the Disease Narcolepsy", è il risultato di un'analisi sulla distribuzione delle pubblicazioni scientifiche che riguardano la narcolessia, per favorire l'identificazione delle aree geografiche in cui la ricerca su questa malattia e i suoi trattamenti è più intensa e fruttuosa.

Grazie all'analisi bibliometrica, è risultato che tra il 2002 e il 2011 la gran parte delle pubblicazioni (38%) è stata compiuta dagli USA e le due università più produttive sono Stanford e Harvard, dove Stanford contribuisce a ben il 5% delle divulgazioni scientifiche mondiali. Al terzo posto compare l'Università di Bologna, il primo e maggior ateneo di ricerca e pubblicazione in Europa, con 29 articoli sulla narcolessia e lo 0.7% della pubblicazione totale. Menzione d'onore anche nel settore della collaborazione tra i vari centri di ricerca: tra il 2006 e il 2011 Stanford tiene ancora il comando, ma l'Alma Mater è il secondo partner preferito, anche dalla stessa Stanford. Paesi come la Francia e l'Italia, che hanno un Sistema Sanitario simile, sono stati inoltre apprezzati dagli esperti perché il team di neurologi e psicologi messi a disposizione dei pazienti favorisce la creazione di un database clinico uniforme, che - si auspica - verrà connesso alle biobanche e sarà accessibile anche dagli altri Paesi. Il referente per l'Università di Bologna è stato il professore Giuseppe Plazzi, del Dipartimento di Scienze Neurologiche, per le sue interviste, le partecipazioni a workshop e le iniziative per la ricerca.

La narcolessia è una malattia neurologica caratterizzata dall'incapacità del cervello di controllare i ritmi sonno-veglia. Il sintomo più comune è il disturbo del sonno notturno, con conseguenti problemi di memoria diurni, mentre il più eclatante è la cataplessia, che porta alla perdita spesso improvvisa del tono muscolare. Soprattutto nei bambini, la narcolessia causa la perdita della capacità di concentrazione e problemi di apprendimento.

Gli studiosi credono che la narcolessia sia causata da una combinazione di problemi genetici e altri fattori di rischio, come quelli ambientali, tuttavia i meccanismi che portano al suo sorgere e manifestarsi rimangono ancora incerti. L'ipotesi per ora più condivisa è che buona parte della responsabilità sia dovuta alla carenza nell'ipotalamo dell'ipocretina, il neurotrasmettitore che coordina la veglia fisiologica, l’attenzione e l'attività motoria. La sua mancanza si manifesta soprattutto in chi soffre di cataplessia, e si accompagna alla morte selettiva dei neuroni che si occupano della produzione dell'ipocretina, in qualche modo associandosi a malattie degenerative quali il Morbo di Parkinson e di Alzheimer. La perdita di ipocretina è talmente rilevante in questi pazienti da essere ritenuta irreversibile; per questo motivo e per i problemi nell'identificazione delle cause reali della narcolessia, il trattamento sanitario può oggi solo cercare di gestire e alleviare i sintomi e i loro effetti.