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Res Novae, Rivoluzioni: la dodicesima edizione del ciclo di lezioni e letture classiche

Nell'Aula Magna di Santa Lucia, per quattro giovedì di maggio, si succederanno Luciano Canfora, Giovanna Botteri, Giuseppe De Rita, Franca D'Agostini, Sergio Bertolucci, Massimo Cacciari e il rettore Ivano Dionigi, accompagnati da testi greci, latini e cristiani, affidati alla voce di grandi interpreti della nostra scena e del nostro cinema
Res Novae, Rivoluzioni: la dodicesima edizione del ciclo di lezioni e letture classiche

Anche quest’anno, come da tradizione, il Centro Studi "La permanenza del Classico" dell’Alma Mater offre all’Università e alla città un ciclo di letture e lezioni classiche che intende mettere a confronto indiscussi protagonisti della cultura e della scienza contemporanee con testi greci, latini e cristiani, affidati alla voce di grandi interpreti della nostra scena e del nostro cinema.

Il ciclo di quest’anno - dodicesima edizione dell’iniziativa - s’intitola "Res novae - Rivoluzioni": una riflessione a più voci, e da più punti di vista, sul mutare delle cose e del pensiero, sul nuovo che improvvisamente irrompe per dissolvere regimi politici o paradigmi culturali, sull’incessante esaurirsi di ciò che consideravamo stabile e sull’incessante riproporsi di ciò che consideravamo ormai finito.

Rivoluzione
Strana parola, "rivoluzione", che da un lato indica il mutamento repentino e radicale, dall’altro evoca il ciclico ritorno delle cose al loro stato d’origine
. Non a caso, già nell’antichità, una teoria ciclica delle rivoluzioni (anakyklosis) è stata elaborata da Polibio. Del resto, la parola greca che designa la guerra civile suona a noi come evocazione della massima immobilità: stasis. Che si oppone, in apparenza, all’altra parola greca che designa lo sconvolgimento della vita sociale e dei suoi ordinamenti: kinesis. Ma di questi paradossi l’antichità è generosa: e anche in questo ambito ci consente di isolare e riconoscere più chiaramente fenomeni che accompagnano l’intera storia dell’Occidente, fra rivoluzioni che si traducono in drastiche restaurazioni, e restaurazioni che occultano il proprio carattere rivoluzionario. Giova riflettere su tali paradossi. Specie in tempi come il nostro, quando i conservatori vestono volentieri la maschera dei novatores, e quando forse è autentica rivoluzione la capacità di "conservare" (servare), cioè custodire e rispettare i valori della nostra Respublica.

Il programma
Gli incontri avranno luogo, come d’abitudine
, ogni giovedì di maggio (9, 16, 23, 30 maggio), alle 21, nell’Aula Magna di Santa Lucia e nella contigua Aula Absidale videocollegata.

Il ciclo sarà inaugurato giovedì 9 maggio dalla serata "Novatores. Il profilo del rivoluzionario": ne sarà protagonista il filologo e storico Luciano Canfora, che traccerà un lungo percorso fra rivoltosi o riformatori di ogni tempo, evidenziando differenze e somiglianze fra le rivoluzioni del passato e le rivoluzioni della prima età moderna, di cui noi siamo gli eredi consapevoli o, più spesso, inconsapevoli. I testi antichi - da Tucidide a Cicerone, da Sallustio a Plutarco - saranno affidati all’interpretazione di uno straordinario attore che è quest’anno per la prima volta ospite del Centro Studi: Luigi Lo Cascio.

La seconda serata, "Stasis. La città divisa", si terrà giovedì 16 maggio e vedrà Giovanna Botteri - volto e voce notissima del nostro giornalismo - in dialogo con lo storico e sociologo Giuseppe De Rita: i due relatori ci aiuteranno a comprendere cosa significhi, oggi, assistere all’improvvisa "caduta di un regno" o vivere la lenta metamorfosi di un società e delle sue regole, per giungere a un "nuovo" che è a volte drastica restaurazione, a volte inaudita creazione. A fare da controcanto a tale riflessione saranno le letture da Omero, Polibio, Sallustio, Livio, Lucano, Tacito, affidati alle voci di due protagonisti del teatro odierno, anch’essi per la prima volta ospiti del Centro Studi: Gaia Aprea e Massimo De Francovich.

La terza serata, "Revolutio. Il pensiero che muta", avrà luogo giovedì 23 maggio e vedrà la filosofa Franca D'Agostini e l’astrofisico Sergio Bertolucci interrogarsi su quel mutamento continuo dei nostri paradigmi culturali - non di rado determinato dal progresso della scienza e della tecnologia - che segna i più forti momenti di discontinuità nella storia dell’Occidente. Aiuteranno a ripercorrere tale tragitto i testi di Sofocle, Ippocrate, Aristotele, Lucrezio, Cicerone, Seneca, accostati per l’occasione ai testi di autori moderni come Galileo e Lavoisier. A tali testi darà voce un’eccezionale coppia d’attori: Maria Paiato e Massimo Popolizio.

Infine, giovedì 30 maggio, la serata "Quid novum? Rivoluzioni, conversioni" proporrà l’ormai tradizionale confronto fra Massimo Cacciari e Ivano Dionigi: cosa può dirsi veramente "nuovo" nella storia dell’uomo? E come vive, il singolo individuo, una novitas che è a volte totale rivoluzione delle proprie credenze e dei propri valori? Tali interrogativi saranno esemplificati dai testi biblici e dalla "rivoluzionaria" conversione di Agostino, a cui darà voce un gruppo di giovani ma già affermati talenti della scena odierna: Alice Bachi, Anna Della Rosa, Lino Guanciale e Jacopo Venturiero.

Tutte le serate si gioveranno della regia di Claudio Longhi. Come ogni anno, le traduzioni dei testi antichi sono state approntate dagli studiosi membri del Centro Studi "La permanenza del Classico": Francesco Citti, Federico Condello, Camillo Neri, Chiara Nonni, Lucia Pasetti, Bruna Pieri, Fiora Scopece, Francesca Tomasi, Antonio Ziosi.

Modalità d’ingresso
L’ingresso è a inviti. Gli inviti potranno essere ritirati, fino ad esaurimento
, il martedì precedente ciascuna rappresentazione, dalle 17 alle 19, presso il Centro Studi "La permanenza del Classico", in via Zamboni 32.

Per tutti coloro che non riusciranno ad essere presenti, sarà reso disponibile un servizio di diretta video on line, sul sito del Centro Studi.