Prende il via domani, martedì 7 maggio, il progetto dedicato alla Danza per La Soffitta 2013. Il primo appuntamento in programma è lo spettacolo "Calore" della Compagnia Enzo Cosimi, in scena alle 21 presso i Laboratori delle Arti e in replica la sera seguente. Il biglietto d'ingresso costa 10 euro, ridotto a 5 euro per studenti Unibo, possessori di Cartagiovani e persone over 60. La biglietteria apre alle 20.
Prima creazione coreografica di Enzo Cosimi, "Calore" debutta nel settembre del 1982 a Roma, nell’Anfiteatro di Villa Borghese, e subito si colloca come uno spettacolo di punta di quella "nuova danza" italiana che proprio negli anni Ottanta stava nascendo. Pieno di energia vigorosa e diretta, immerso in una luminosa e sospesa atmosfera adolescenziale che pare non finire mai, pur riconoscendosi in pieno in una scrittura di danza serrata nasce per interpreti non-danzatori: Carla Baruchello, Grazia Floresta, Renzo Ruffini, oltre allo stesso Cosimi, l’unico, nel gruppo, ad avere una strutturata formazione tecnica.
In una prima breve riflessione sullo spettacolo Cosimi scriveva: "La realtà è devastata da gelide atmosfere, pensiamo di voler annusare una nuova aria, un nuovo vento in cui l’energia, nel suo ritornare al nulla senza illusione, abbia come qualità un senso di profonda serenità, di caldo, di calma relativa". Questa calma relativa, che così precisamente connota il primo "Calore", rinasce felicemente nel 2012, ritrovando in pieno la propria ragione d’essere anche grazie a un nuovo gruppo di interpreti, che hanno lavorato sotto la guida dello stesso Cosimi con ricettiva sensibilità.
Il programma del progetto Danza continua poi giovedì 9 maggio con la tavola rotonda "La danza ritrovata", in programma alle 10 nel Salone di Palazzo Marescotti. La tavola rotonda intende mettere a confronto alcuni studiosi, critici e artisti per stimolare il pubblico, a partire da punti di vista diversi, intorno ad alcune questioni: perché si ricostruiscono i balletti del passato? Perché si vuole ricostruire un repertorio del moderno o mantenere un repertorio della contemporaneità? Quali sono le parole, più o meno inventive, che cercano di dire la necessità di memoria coreica (revival, ricostruzione, riallestimento, reinvenzione, ri-creazione, co-autorialità)? Identità, conservazione, usable past, commercializzazione, sopravvivenza, affermazione di sé possono essere alcune possibili risposte?