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Le arti dopo il Concilio di Trento

Una giornata di studi per indagare il rapporto tra il Concilio di rinnovamento della Chiesa cattolica dopo la Riforma protestante e le immagini d’arte
Le arti dopo il Concilio di Trento

Il rapporto tra il Concilio di rinnovamento della Chiesa cattolica dopo la Riforma protestante e le immagini d’arte. E' il tema a cui sarà dedicata la giornata di studi "Il Concilio di Trento e le Arti", promossa dal Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna e in programma domani, martedì 10 dicembre, dalle 9 alle 18, nell'Aula Magna del Complesso di Santa Cristina. L'appuntamento, a cura di Marinella Pigozzi, vedrà gli interventi di relatori dalle università di Venezia, Milano, Pavia e Bologna, oltre a Domizio Cattoi (Museo Diocesano Trentino), Angelo Mazza (curatore delle collezioni della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna) e Carlo Falciani (Accademia di Belle Arti di Bologna).

"Indetto da Paolo III Farnese nel 1545 per definire il rinnovamento della Chiesa Cattolica dopo la Riforma protestante - spiega la curatrice -, il Concilio di Trento ebbe sedute anche a Bologna nel 1547. Vi si discusse il problema di come la messa, in quanto memoria e rapraesentatio passionis potesse essere una testimonianza di sacrificio. Il tema, assieme a quello della Nascita della Vergine e della sua Immacolata Concezione, accanto a quello dell’universalità del peccato originale, erano punti fondamentali del dissenso protestante. Il dogma dell’eucarestia diventava il segno del rinnovamento della fede cattolica".

"Attivo durante il Concilio, Gabriele Paleotti sarà nominato il 27 febbraio 1566 vescovo di Bologna. Subito trasferitosi in città, luogo di vivace fioritura di arti e scienze, si assumerà il compito di rinnovare i costumi e l’organizzazione della vita religiosa. Vorrà regolarizzare le immagini dentro e fuori le chiese, mettendo in atto con il coinvolgimento di laici ed ecclesiastici quanto il Concilio di Trento aveva deciso nelle ultime sedute: affidare ai vescovi il compito di controllo delle immagini, prima via per la diffusione del rinnovato pensiero religioso, la scelta delle musiche durante i riti. Dopo continui confronti con il Borromeo, con lo storico modenese Carlo Sigonio, con Ulisse Aldrovandi, nel 1581 darà diffusione editoriale al suo 'Discorso intorno alle immagini sacre e profane'. Vi sollecita il dialogo sistematico fra figure e parole. Le pale d’altare diventano lo spazio in cui costruire un percorso d’impegno religioso ed estetico, un catechismo messo in figura. Significativo il dialogo con le realtà venete, lombarde, oltre che con Roma ove agirà dal 1572 un papa bolognese, Gregorio XIII Boncompagni."