Al via gli eventi autunnali della rassegna "Classici antichi e nuovi: i saperi dell’Alma Mater": quattro appuntamenti, da giovedì 17 ottobre a giovedì 12 dicembre, per condurre gli spettatori lungo un percorso in cui creatività e innovazione faranno da ponte tra passato e presente e la cui meta è la condivisone della conoscenza umana. Discipline diverse affronteranno temi universali che connettono persone ed epoche.
Si parte il 17 ottobre, alle 20.30, con l’evento “Grazie Marconi!” a cura dei Dipartimenti di Scienze mediche e chirurgiche, Ingegneria dell’Energia elettrica e dell’Informazione “Guglielmo Marconi”, Ingegneria industriale e Ingegneria civile, chimica, ambientale e dei Materiali. All’Oratorio di San Filippo Neri - nell’ambito della programmazione del LabOratorio, curata da Mismaonda con la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna - gli attori Umberto Fiorelli e Donatella Allegro porteranno in scena uno spettacolo il cui sottotitolo, “Dalle telecomunicazioni alla telemedicina”, pone l’accento sull’attualità e la complessità delle scoperte dell’imprenditore, scienziato e inventore bolognese.
In un immaginario studio televisivo Marconi si racconta nel corso di un’intervista impossibile, durante la quale un giornalista dei nostri giorni, grazie alla proiezione di contributi video, gli presenta le più importanti tecnologie derivate dalle sue invenzioni. Il testo è di Claudio Cumani, la regia di Sandra Bertuzzi, i video sono a cura di Visual Lab e la produzione è a cura di Mismaonda.
“Le retoriche della crisi: tra dubbio e fiducia” animerà, alle 18 del 14 novembre, l’Aula Poeti di Palazzo Hercolani: un appuntamento curato dai Dipartimenti di Scienze politiche e sociali, Scienze economiche, Sociologia e Diritto dell’Economia. Nadia Urbinati (Columbia University) e Michele Alacevich (Università di Bologna) discuteranno di libertà e dell’importanza di una politica senza dogmi in un’epoca di crescente autoritarismo e intolleranza.
A partire dall’esperienza antifascista ed europeista dell’economista Albert Hirschman e di sua sorella Ursula Hirschmann, e con la collaborazione dell’attore Massimo Don e dell'illustratore e facilitatore grafico Edo Massa, Urbinati e Alacevich rifletteranno sulle forme della resistenza come fondamento della libertà individuale, l’importanza del dubbio nel confronto pubblico, la democrazia come processo aperto e dinamico e il ruolo che un’attenzione per ciò che è possibile - non solo per ciò che è probabile - ha nei processi di cambiamento sociale.
Mozart sarà protagonista della terza serata, in calendario alle 18 del 5 dicembre - nell’Aula Absidale di Santa Lucia - intitolata "Così fan tutte: Mozart e i paesaggi sonori del suo e del nostro tempo", a cura dei Dipartimenti delle Arti, di Filologia classica e Italianistica e del Centro La soffitta. Attraverso arte, musica e letteratura sarà affrontato il rapporto tra le opere del compositore, parte essenziale del patrimonio artistico-musicale della civiltà europea, e il paesaggio sonoro dell’Europa del loro tempo. Ne discuteranno con Mario Tronco i proff. Nico Staiti e Nicola Badolato (Dipartimento delle Arti) e Francesco Ferretti (Dipartimento di Filologia classica e Italianistica).
Seguiranno la proiezione di segmenti del film “Il flauto magico secondo l’Orchestra di Piazza Vittorio” (di Gianfranco Cabiddu) e di filmati dell’esecuzione di “Don Giovanni secondo l’Orchestra di Piazza Vittorio”. A chiudere lo spettacolo “Così fan tutte” nell’interpretazione del Duo Ebbanesis (arrangiamento di Leandro Piccioni e Mario Tronco), con accompagnamento di mandola e chitarra. Lavori che fanno rientrare nella musica di Mozart, in chiave moderna e attualizzata, quell’insieme di paesaggi sonori presenti nella sua opera e tuttavia meno evidenti all’ascolto di oggi.
Giovedì 12 dicembre, alle 18, nell’Aula Absidale di Santa Lucia andrà in scena “Macchine pensanti? Letteratura, scienza, Primo Levi”, promosso dai docenti dei Dipartimenti di Fisica e Astronomia «Augusto Righi», di Chimica «Giacomo Ciamician», di Chimica industriale «Toso Montanari», di Scienze biologiche, geologiche e ambientali, di Matematica, di Farmacia e Biotecnologie, di Scienze per la Qualità della Vita e di Filologia classica e Italianistica. Nel 1950 Alan Turing, padre dell’intelligenza artificiale, si domanda se le macchine siano in grado di pensare. Dieci anni più tardi uno scrittore, Primo Levi, immagina una macchina capace non solo di pensare, ma anche di provare emozioni. Creato e messo in commercio da un’azienda americana, il suo Versificatore è stato programmato (salvo imprevisti e inconvenienti) per comporre in tutte le lingue, i generi letterari, gli stili e i metri di qualsiasi epoca.
“Macchine pensanti”, dunque? E se sì, con quali promesse e quali pericoli, con quali conseguenze sulla nostra vita e il nostro linguaggio? Scrittore segnato dalla realtà coatta di Auschwitz, con le sue invenzioni fanta-tecnologiche Primo Levi esplora le libertà e i paradossi di ciò che è possibile. Il suo Versificatore è un classico nuovo che propone domande più nuove ancora, domande che già dominano il presente e si proiettano verso ogni prevedibile avvenire. Portato in palcoscenico, Il Versificatore innescherà un confronto tra esperti di intelligenza artificiale, letteratura e divulgazione scientifica, mentre i disegni eseguiti da Cartoni Morti faranno da moltiplicatore per la recitazione e la discussione.