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Cinque paesaggi: Guido Guidi in mostra a Cesena

Più di cento scatti per dar conto di una delle riflessioni più potenti effettuate dall’artista nel corso del suo percorso di esplorazione del mondo con la fotografia: quella sul paesaggio
Cinque paesaggi: Guido Guidi in mostra a Cesena

Apre oggi e prosegue fino al 19 gennaio, nella Chiesa dello Spirito Santo di Cesena, la mostra "Guido Guidi. Cinque paesaggi, 1983-1993", organizzata dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, in collaborazione con il Dipartimento di Architettura dell’Università di Bologna. Le fotografie in mostra, più di cento, esplorano paesaggi collocati lungo un asse geografico che dal circondario cesenate - luogo di nascita e di residenza di Guido Guidi - si prolunga verso nord sino a Venezia, sua città adottiva, e alle Prealpi venete.

Lungo questo tragitto, compiuto settimanalmente per anni, Guidi ha scattato fotografie, dapprima autonomamente, quindi sulla scorta di incarichi ricevuti dal Dipartimento di Urbanistica dell’Università IUAV di Venezia, dando vita ad un corposo archivio di immagini in grandissima parte inedite. Da questo viaggio ripetuto e dai progetti sviluppati nel corso degli anni, emergono diversi paesaggi che la mostra seleziona come altrettanti nodi di una precoce sezione della geografia italiana: il paesaggio rurale del territorio nei dintorni di Cesena, quello lineare della via Romea, quello dell’urbanizzazione diffusa fra Mestre Padova e Treviso, quello industriale di Porto Marghera, e infine quello storico del Monte Grappa, teatro della Prima Guerra Mondiale.

Guido Guidi avvia l’esplorazione del paesaggio contemporaneo negli anni Sessanta. Da allora non smette di seguire le regole del suo approccio fotografico: etica della descrizione, predilezione per luoghi modellati da culture dell'abitare "spontanee", sequenze di scatti caratterizzate da unità di luogo o di tempo. Materiali poveri che nelle mani di Guidi si trasformano in immagini nuove, capaci di interrogare l’atto stesso del vedere. Un metodo di lavoro che il fotografo ha sviluppato attraverso l’esercizio costante dell’occhio, spesso nell’ambito di incarichi di "documentazione" del territorio e del paesaggio.

Le oltre cento fotografie in mostra, in virtù del loro stile "documentario", forniscono una descrizione accurata e anti-retorica di luoghi considerati marginali dall’iconografia ufficiale; allo stesso tempo, a distanza di trent’anni esse assumono già un inestimabile valore storico a fronte delle rapidissime trasformazioni subite dal paesaggio e nel contesto della rinnovata attenzione portata su di esso dalla cultura urbanistica e paesaggistica. Questo corpus fotografico testimonia le fasi e i temi della costante ricerca di Guidi sul linguaggio fotografico, ovvero lo sviluppo di un pensiero visivo per il quale fotografare è anzitutto cercare soluzioni possibili al problema del guardare. Le immagini sembrano inoltre invitarci a riallacciare un nesso fra tradizioni, pratiche e generi che critica e storiografia hanno a lungo tenuto distinti, come la fotografia di "documentazione" e quella di "ricerca", auspicando la ripresa di un dibattito sul valore e sulle possibilità della fotografia di paesaggio in epoca contemporanea.

La mostra resterà aperta fino a domenica 19 gennaio. Gli orari: dal lunedì al venerdì dalle 16,30 alle 19,30; sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16,30 alle 19,30. L'ingresso è gratuito.