Una serata d'onore per festeggiare i primi vent'anni di attività teatrale della compagnia Le Belle Bandiere, fondata da Elena Bucci e Marco Sgrosso attori storici di Leo de Berardinis. Accadrà lunedì sera - 25 febbraio, alle 21 - presso i Laboratori delle Arti, nell'ambito de La Soffitta 2013.
Il progetto, a cura di Gerardo Guccini, comprende lo spettacolo "La pazzia di Isabella. Vita e morte dei comici gelosi", prodotto da Le Belle Bandiere nel 2005 in un rapporto di collaborazione culturale con i centri CIMES e La Soffitta del Dipartimento delle Arti e, a seguire, un incontro pubblico con la compagnia.
Le Belle Bandiere prende il nome dall'omonima raccolta postuma dei dialoghi fra Pasolini e i lettori di "Le Vie Nuove". "Non è questione di nostalgia o fede politica - spiega Gerardo Guccini - ma il fatto che dietro questa denominazione si agiti 'l’umile, pigro sventolio/delle bandiere rosse', qualcosa vuol dire. Vuol dire che il teatro di Bucci e Sgrosso ha anima epica e corpo drammatico".
La compagnia Le belle bandiere è stata fondata da Elena Bucci e Marco Sgrosso, attori, autori, registi formati nel nucleo storico del Teatro di Leo di Leo de Berardinis, con il quale hanno lavorato dal 1985 al 2001. La compagnia colloca da sempre il proprio lavoro creativo e produttivo fra scritture originali, drammaturgie contemporanee e spettacoli che rileggono testi classici con un linguaggio vicino alla sensibilità contemporanea.
Spiegano Elena Bucci e Marco Sgrosso: "Quando Gerardo Guccini ci ha rivolto l’invito a creare questo spettacolo, abbiamo accolto la proposta con un grande entusiasmo ma anche con una punta di profondo timore. L’idea di 'rievocare' sulle tavole di un palcoscenico due personaggi mitici nella storia del teatro come Isabella e Francesco Andreini ci è parsa un’occasione importante e addirittura necessaria per riflettere sulle radici stesse dell’arte dell’attore".
"Se da un lato è difficile ricostruire i gesti, ritrovare le parole, rivedere concretamente lo stile e i modi di questi 'cittadini del mondo', dall’altro diventa affascinante immaginare che dai fiumi di inchiostro scritti dagli Andreini e sugli Andreini, riappaiano le loro ombre, le loro sagome, in maschera o a volto nudo, per raccontarci ancora la loro storia, la fortunosa vita e le passioni, i viaggi trionfali e faticosi di un’epoca d’oro del Teatro. Le notizie biografiche sugli Andreini sono poche e scarne, ed è difficile capire cosa e come recitassero; la descrizione entusiasticamente ammirata della famosa 'pazzia di Isabella' ci consente di immaginare la forza scenica quasi ipnotica di questa attrice, antesignana di Elenonora Duse, che seppe essere innovativa e rivoluzionaria pur nel rispetto della grade tadizione degli Attori dell'Arte del suo tempo. Il vero sforzo di Isabella non fu tanto quello di conseguire un trionfo scenico al quale sembra destinata da un talento naturale, quanto quello di oscurare l’aspetto 'meretricio' della professione di attrice attraverso la costruzione di una immagine pubblica 'virtuosa ed onorata' - sposa e madre esemplare, dotta letterata e celebrata poetessa accademica, donna degna dell’amicizia e della stima dei nobili e dei potenti - e di superare così il limite dell’effimero teatrale per conquistare gloria e fama imperiture".
L'ingresso allo spettacolo è con biglietto (10 euro biglietto intero, 5 euro ridotto per studenti Unibo, possessori di Cartagiovani e per over 60). La biglietteria apre ai Laboratori delle Arti la sera stessa, un’ora prima dell’inizio dello spettacolo. I biglietti sono disponibili anche in prevendita sul circuito Vivaticket.