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Primi risultati dello studio sull’identità della Gioconda

Tre degli otto resti inumati, rinvenuti nell’ex Convento di S.Orsola a Firenze, sono compatibili per sesso ed età: potrebbe trattarsi di Lisa Gherardini, la "modella" della Gioconda. Sono i primi risultati di uno studio compiuto dal Laboratorio di Antropologia del Dipartimento di Beni Culturali, diretto dal prof. Giorgio Gruppioni
Gioconda

Secondo alcuni indizi storico-documentali la figlia di Lisa Gherardini, suora presso il Convento di S.Orsola a Firenze, accolse la madre ormai anziana e malata e qui plausibilmente la seppellì alla sua morte, avvenuta nel 1542. Per questo la ricerca, promossa dal Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei Beni storici, culturali e ambientali volta a rinvenire i resti della famosa "modella" di Leonardo è partita proprio dallo scavo archeologico nell’ex Convento. La campagna, condotta dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, ha portato alla luce diverse sepolture da cui sono stati recuperati numerosi scheletri umani.


A questo punto è entrato in gioco il Laboratorio di Antropologia del Dipartimento di Beni culturali. Un team quello condotto dal prof. Giorgio Gruppioni che non è nuovo a questo genere di indagini e attribuzioni e che di recente ha lavorato anche sui presunti resti del Caravaggio, recuperati a Porto Ercole.


Gli esami osteologici sono ancora in corso, presso il laboratorio del Campus di Ravenna, ma c’è già qualche prima conferma: età e sesso possono corrispondere a quelli di Lisa Gheradini. "I resti, riferibili ad otto inumati – riferisce il prof. Gruppioni – si presentano in pessime condizione di conservazione essendo rappresentati da frammenti ossei estremamente fragili e deteriorati".


Tuttavia, pur con tutti i limiti e la prudenza del caso, pare che "degli otto inumati rinvenuti sei presentino caratteri diagnostici riferibili al sesso femminile, mentre per un settimo individuo il sesso risulta ancora incerto".


Per quanto riguarda poi "l’età di morte tutti gli otto inumati sono adulti di almeno 30 anni e di questi tre mostrano un’età di morte più avanzata, certamente maggiore di 40-50 anni e dunque compatibile con quella di Lisa Gherardini che, secondo fonti storiche, morì all’età di 63 anni".


Si tratta di risultati "assolutamente provvisori e indiziari" precisa il professor Gruppioni, ma che inducono a proseguire nella ricerca.


I campioni dei resti infatti partiranno ora alla volta dell’Università del Salento (presso il Cedad diretto dal prof. Lucio Calcagnile) dove verranno sottoposti a datazione mediante l’esame del radiocarbonio per determinare l’epoca del decesso e verificare quindi se essa possa essere compatibile con quella della morte di Lisa Gherardini.


Qualora l’esito della datazione rivelasse che uno degli individui è deceduto intorno al 1542 si procederà all’estrazione del DNA (se ancora presente) in modo da confrontarlo con quello dei figli di Lisa, tumulati assieme al marito Del Giocondo in una tomba della chiesa fiorentina della SS Annunziata.