E' fissato per sabato prossimo, 12 gennaio, il primo appuntamento del 2013 con Il sabato del Capellini, ciclo di incontri e conferenze ospitato e promosso ogni mese dal Museo Geologico "Giovanni Capellini".
Ad aprire il programma del nuovo anno sarà, alle 16,30, la conferenza "Un'altra storia: terremoti e ricostruzioni in Italia", tenuta da Emanuela Guidoboni, direttrice del Centro euromediterraneo di documentazione eventi estremi e disastri, già dirigente di ricerca all’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
L’incontro metterà a fuoco la situazione dei terremoti in Italia, anche con un occhio alle varie aree in cui si sta registrando attività sismica. Si passeranno in rassegna i terremoti storici più forti dal medioevo ad oggi, si potranno vedere gli scenari degli impatti, la frequenza del loro accadimento, il carattere della loro evoluzione cronologica, ossia come i terremoti iniziano e come si evolvono, a volte anche nel corso di mesi e anni.
I terremoti sono un fenomeno naturale, espressione della vita stessa della Terra e della sua evoluzione. Eppure, come nessun altro fenomeno, essi sono carichi per noi di negatività, portano danni e distruzioni, costi economici e sociali, crisi e perdite. Dopo un forte terremoto, niente è più come prima. In Italia c’è un disastro sismico ogni quattro o cinque anni, e un numero elevato di terremoti di minore energia, che tuttavia possono causare anch’essi danni.
Perché siamo così esposti a questo rischio? Non solo per ragioni geologiche e geografiche, ma anche e soprattutto perché il nostro mondo costruito non si è posto il problema di salvaguardarci in modo adeguato da questo pericolo. I terremoti non si possono evitare, ma i loro effetti possono essere mitigati costruendo meglio, controllando la sicurezza degli edifici, migliorandone la resistenza, prima che essi accadano.
Dove accadono e con quale frequenza ce lo dice una storia appositamente orientata, la sismologia storica, un’altra storia, che sta fuori dai manuali. I forti terremoti sono come guerre perdute, nella sfida che i caratteri sismici dei territori pongono, caratteri stabili e noti agli addetti ai lavori, ma assai meno alla popolazione che vi abita. E poi, dopo i terremoti distruttivi, c’è la grande, lunga e dimenticata fatica delle ricostruzioni, con costi economici e sociali altissimi. In Italia sono attestate oltre ottomila ricostruzioni.