L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha selezionato, all’interno del programma Rexus/Bexus, l’esperimento di un gruppo di studenti dell’Università di Bologna con base al Campus di Forlì. Gli studenti - molti del Corso di laurea magistrale in Ingegneria Aerospaziale - si stanno dando da fare per affinare il progetto, e se non ci saranno imprevisti a ottobre potranno far volare un pallone aerostatico con un volume pari a 12000 metri cubi.
È l’ufficio didattico dell’ESA che promuove il progetto. Ogni due anni team di studenti europei possono presentare un esperimento imbarcando la strumentazione di misurazione e analisi o a bordo di un razzo-sonda (Rexus) o utilizzando un pallone sonda (Bexus). Scelti insieme a altre nove squadre finaliste, gli studenti di Forlì propongono un esperimento Bexus chiamato A5: Advanced Atmospheric Aerosol Acquisition and Analysis.
Il team è supervisionato da Laura Tositti, docente di Valutazione ambientale e Chimica dell’inquinamento al Dipartimento di Chimica “G.Ciamician” dell'Alma Mater, dalla leader del team di ricerca Nani Serrano Castillo e dal docente di Meccanica del volo Fabrizio Giulietti. “Il progetto – spiega Giulietti - è degli studenti, e sono loro che lo stanno portando avanti. Noi siamo solo un supporto. L’ESA chiede che ci sia almeno un docente di riferimento e noi garantiamo per le strutture e i fondi: una sorta di genitorialità. Nel tempo, il gruppo si è progressivamente allargato: oltre ai miei allievi di Ingegneria Aerospaziale si sono aggiunti studenti di Scienze della Terra e Ingegneria Elettronica.”
Gli obiettivi principali dell’esperimento sono due: dimostrare la tracciabilità degli inquinanti nell’aria e capire, attraverso un contatore di ioni, alcune dinamiche del meccanismo di formazione delle nubi, che nelle conseguenze pratiche potrebbero migliorare le previsioni metereologiche. “Ma il progetto per me va oltre - continua Giulietti - in futuro si potrà anche imbarcare lo strumento di misurazione su droni e analizzare l’inquinamento atmosferico più a bassa quota. Inoltre è un’esperienza molto formativa per i ragazzi: si stanno misurando con un progetto ESA, lo devono redigere, rispondere alle domande dei tecnici, rispettare le scadenze e lavorare in team.”
Il lancio del pallone sonda è previsto per ottobre nell’Esrange Space Center a Kiruna (Svezia), dove raggiungerà quota 30000 metri. Il team sta scegliendo la strumentazione adeguata per soddisfare i requisiti scientifici. “La revisione del progetto che hanno fatto di recente all’ESA è andata bene, ci hanno fatto i complimenti. Ora si devono trovare gli sponsor per acquistare il contatore di particelle”, dice ancora il docente. Il gruppo di ricerca infatti ha ricevuto parte della strumentazione sia da un’azienda locale che da un’officina di lavorazioni meccaniche, ma il Particle Counter, da diverse decine migliaia di euro, non è ancora stato acquistato. Nonostante tutto Fabrizio Giulietti è fiducioso: “È un esperimento formativo, spero vadano in fondo.”
L’Education Office dell’Agenzia Spaziale Europea propone, oltre al Rexus/Bexus, altri progetti rivolti agli studenti universitari. Uno di questi è ESEO (The European Student Earth Orbiter), un network di università europee che ha l’obiettivo di realizzare insieme un satellite da utilizzare per esperimenti scientifici. Il progetto è promosso dall’ESA con la collaborazione di ALMASpace, un’azienda del settore, spin off dell’Università di Bologna, con sede a Forlì. Il Corso di laurea in Ingegneria meccanica di Forlì parteciperà attivamente al progetto, e ospiterà in sede studenti di altre università europee per attività didattiche e tirocini.