Ho fatto una tesi sperimentale e poi il tirocinio post laurea presso l'Università e ho capito che la ricerca mi piaceva e mi interessava molto.
Cosa ti appassiona di quello che studi?
L'argomento del mio progetto di ricerca, il lavoro con i bambini e i loro genitori, l'importanza clinica delle tematiche trattate, il continuo confronto con professionisti di settori e paesi diversi, il fatto che la ricerca sia in continua evoluzione e permetta di fare scoperte sempre nuove.
Cosa pensi prima di andare a dormire la sera?
Alle cose che ho fatto durante la giornata, al nuovo giorno che mi aspetta e... in questo periodo anche alle vacanze!
E quando ti svegli al mattino?
A tutte le cose che devo fare!
Quale scoperta/invenzione pensi possa rivoluzionare il tuo ambito di ricerca nei prossimi cinque anni?
Penso che la ricerca di cui mi occupo abbia un valore importante nel lavoro clinico con i bambini nati pretermine e i loro genitori e che possa contribuire a evidenziare l'importanza di allestire interventi di supporto per la prevenzione di problematiche alimentari precoci legate alla prematurità.
Una cosa che hai imparato facendo ricerca.
Ho imparato che ogni progetto deve nascere dalla collaborazione tra professionisti, che la ricerca è il punto di partenza per l'intervento e che senza ricerca non ci sarebbero nuove terapie e nuove scoperte.
Sei un ricercatore "da adottare". Cosa vorresti dire ai tuoi sostenitori?
Fare ricerca in Italia è molto difficile, ci sono pochi fondi e poche strutture. Abbiamo più bisogno di possibilità per noi dottorandi e ricercatori, per borse di studio, rimborsi spese e mobilità. La ricerca è il futuro ed è necessario supportarla per essere al passo con gli altri paesi europei.