Continuano per (almeno) altri cinque anni gli scavi archeologici dell'Università di Bologna in Iran. È stato infatti rinnovato l'accordo quinquennale di collaborazione che lega il Dipartimento di Beni culturali dell'Alma Mater con il Centro Iraniano di Ricerche Archeologiche. Il nuovo documento è stato siglato a Teheran da Seyyed Mohammad Beheshti, direttore dell’Istituto iraniano, e dal docente Unibo Pierfrancesco Callieri, in rappresentanza del direttore del Dipartimento di Beni culturali Angelo Pompilio.
L’Alma Mater si conferma quindi uno dei partner privilegiati dell’Iran nell’ambito della collaborazione culturale e accresce il peso della presenza italiana nel paese mediorientale. La collaborazione si svolgerà tramite la partecipazione congiunta a indagini archeologiche sul campo in Iran, dove è attiva dal 2008 una missione archeologica congiunta irano-italiana diretta dai professori Alireza Askari Chaverdi (Università di Shiraz) e Pierfrancesco Callieri (Università di Bologna), e comprenderà attività multidisciplinari di laboratorio in Iran e in Italia. Oggetto di questa attività congiunta è l’area archeologica di Persepoli, il principale centro dell’impero persiano achemenide (VI-IV sec. a.C.), riconosciuto dall’UNESCO tra i siti patrimonio dell’umanità.
La firma del nuovo accordo permetterà lo svolgimento della quarta campagna di scavi nel sito di Tol-e Ajori, dove è stato individuato e parzialmente portato alla luce un edificio monumentale che risale con ogni probabilità a un’epoca anteriore alla fondazione della Terrazza di Persepoli e che presenta una decorazione di mattoni invetriati a rilievo che si ispira sin nei minimi dettagli a quella della Porta di Ishtar della Babilonia di epoca neo-babilonese.
I risultati delle ricerche saranno oggetto di pubblicazioni e presentazioni congiunte in occasione di congressi in Iran, in Italia e in altri paesi. Il direttore italiano della missione congiunta seguirà inoltre in Iran la formazione dottorale e post-dottorale di giovani ricercatori iraniani e presenterà all’Istituto di Ricerca iraniano le possibilità di formazione offerte dall’Università di Bologna e dagli altri atenei italiani.