Realizzare un orto biologico su una barca a vela: una sfida che sembra impossibile, ma che l'Università di Bologna è riuscita a realizzare a bordo dell'imbarcazione di Matteo Miceli, ecovelista e protagonista del progetto “Roma Ocean World”, patrocinato dall’Università La Sapienza di Roma e dalla Regione Lazio. L'orto biologico della "barca green", realizzato in cassettoni basculanti sottocoperta, è illuminato artificialmente per poter far crescere diverse varietà di piante, come insalata da taglio, rosmarino, spinaci e prezzemolo, e fertilizzato da un compost marino a base di alghe. Inoltre, un desalinizzatore manuale trasforma l'acqua marina in acqua potabile, necessaria per la sopravvivenza di Miceli e per l'irrigazione dell'orto.
La barca, realizzata dallo skipper, è completamente innovativa ed ecosostenibile: l'imbarcazione è autosufficiente non solo da un punto di vista alimentare grazie all'orto e due galline, ma anche da un punto di vista energetico. Il viaggio di Miceli sfrutta, infatti, l'energia rinnovabile prodotta da diciotto pannelli fotovoltaici calpestabili, due generatori eolici e due idroturbine a immersione, energia accumulata poi in sperimentali batterie al litio.
L'iniziativa non è solo sportiva ma racchiude un messaggio ecologico: con l'impresa di Miceli, la "Roma Ocean World" vuole raggiungere quattro obiettivi: mostrare i cambiamenti in atto in mare e in terra, contribuire alla ricerca scientifica con campionamenti effettuati direttamente dallo skipper, dimostrare come le tecnologie innovative consentano di viaggiare a impatto zero con fonti di energia rinnovabili e infine testare l'effettiva affidabilità e l'efficacia della mobilità ecosostenibile.
Tutto questo è stato reso possibile grazie alle ricerche e ai progetti del Dipartimento di Scienze Agrarie dell'Università di Bologna sugli orti fuori suolo. Il Dipartimento aveva lanciato già negli scorsi anni un progetto di creazione di orti sui tetti. Le colture sono realizzate dentro dei cassoni di legno riciclati e irrigati con un sistema gestito da un timer per evitare sprechi di acqua. Nata dall'esperienza dell'orto idroponico, cioè in bottiglie di acqua riciclata, l'idea di realizzare gli orti sui tetti è iniziata al civico 10 di via Gandusio, a Bologna. Dopo i risultati incoraggianti, l'esperienza si è allargata ad altri numeri civici per poi inserirsi nel più ampio progetto comunale "GreenHousing". Nel settembre 2013 gli orti sui tetti hanno contagiato la sede del Lazzaretto della Scuola di Ingegneria, dove è stata creata una copertura verde sul tetto dell'edificio, mentre lo scorso ottobre, i tetti verdi sono arrivati anche al CAAB e alla Scuola di Agraria e Medicina Veterinaria.