Ciao Andrea, di cosa ti occupi?
Mi occupo di caratterizzazione opto-elettronica di materiali organici per l’elettronica e la sensoristica, in particolare dello sviluppo di rivelatori e dosimetri per raggi x basati su cristalli organici cresciuti da soluzione. Questi nuovi sensori trasparenti, flessibili ed a basso costo, potrebbero essere applicati per medical imaging o per scansione di bagagli negli aereoporti, ma per migliorarne le prestazioni bisogna conoscerne i meccanismi di funzionamento, che sono ancora largamente sconosciuti.
Quando hai deciso di fare ricerca?
Durante la tesi magistrale, svolta nello stesso laboratorio in cui sto facendo il dottorato. Il progetto mi ha appassionato, e col passare dei mesi ho notato che la mia preoccupazione era quella di procedere con gli esperimenti per ottenere qualche risultato piuttosto che della tesi stessa. Interesse ed impegno che è continuato anche nei mesi successivi alla laurea.
Cosa ti appassiona di quello che studi?
La vita di laboratorio. Il dover mettersi sempre in gioco, tutti i giorni, perché ogni esperimento propone problematiche differenti, qualcosa di nuovo da studiare e da spiegare. Il più delle volte le soluzioni non le trovi in alcun libro o manuale, ma solo dalla tua creatività.
Cosa pensi prima di andare a dormire la sera?
Mi rilasso, guardo un film, qualche serie tv e leggo un libro. A volte mi succede di tornare a casa con un problema aperto e ci ripenso tutta la sera. Spesso la notte porta buoni consigli.
E quando ti svegli al mattino?
Mi alzo e guardo fuori dalla finestra com’è il tempo. Poi può cominciare la giornata con abbondante colazione e tutti i pensieri della giornata di laboratorio.
Quale scoperta/invenzione pensi possa rivoluzionare il tuo ambito di ricerca nei prossimi cinque anni?
L’avvento dell’elettronica organica come celle solari, OLED e transistor organici nella distribuzione di massa ed elettronica di consumo.
Una cosa che hai imparato facendo ricerca.
Non dare nulla per scontato. Anche i gesti più banali e ripetitivi vanno fatti con cura ed massima attenzione, perché l’errore che ti rovina il lavoro di giorni si nasconde dove meno te lo aspetti.
Sei un ricercatore "da adottare". Cosa vorresti dire ai tuoi sostenitori?
La ricerca produce nuove conoscenze. Lo sviluppo più importante è trovare un prodotto che nessuno ha mai avuto finora, non migliorare quello che già possediamo. Questa strada può essere lunga e soprattutto meno chiara e prevedibile, ma è l’unica strada percorribile.