Ciao Enrico, raccontaci di cosa ti occupi.
Assieme al mio gruppo di ricerca, studio le interazioni chimiche tra molecole contaminanti e matrici adsorbenti (suolo - piante - minerali porosi), tramite tecniche analitiche spettroscopiche, cromatografiche e difrattometriche. Il progetto di cui mi occupo personalmente consiste nel rimuovere contaminanti organici (idrocarburi) dalla polpa di carta riciclata; questi sono presenti nella carta riciclata per via delle tecniche di stampa offset della carta, in cui viene usato olio minerale come solvente dell’inchiostro. Per decontaminare la carta riciclata si è sviluppato un materiale minerale adsorbente con una elevata affinità agli idrocarburi che costituiscono l’olio minerale contaminante.
Quando hai deciso di fare ricerca?
È una ambizione che mi è maturata nel corso del tempo, non in un momento particolare. Nel corso dei miei studi di laurea, ho avuto la fortuna di interessarmi sempre più di ciò di cui stavo studiando, fintanto che non è nato in me il desiderio di poter collaborare alla ricerca e magari farne per conto mio in futuro. Frequentare un dottorato di ricerca potrà darmi questa opportunità.
Cosa ti appassiona di quello che studi?
Nel mio piccolo, do il mio semplice contributo per creare un mondo più pulito e sostenibile. So che può sembrare ambizioso, ma mi fa sentire utile.
Cosa pensi prima di andare a dormire la sera?
"Avrò impostato la sveglia per domani?"
E quando ti svegli al mattino?
In genere sono i miei due gatti a svegliarmi, quindi penso a dar loro da mangiare.
Quale scoperta/invenzione pensi possa rivoluzionare il tuo ambito di ricerca nei prossimi cinque anni?
Mi auguro che in futuro le tecniche di decontaminazione, di produzione sostenibile, riutilizzo e recupero dei rifiuti possano diventare così raffinate da far sì che sempre di più le attività umane non producano rifiuti. Seguo con particolare attenzione i risultati della ricerca sui setacci molecolari, in ambito ambientale.
Una cosa che hai imparato facendo ricerca.
Ho imparato a non dare mai nulla per scontato, ad essere esigente con me stesso, a confrontarmi e lavorare con persone di tutto il mondo.
Sei un ricercatore "da adottare". Cosa vorresti dire ai tuoi sostenitori?
La ricerca pubblica appartiene a tutti e tutti ne possono beneficiare. Contribuire ad essa significa mettere le proprie risorse al servizio della collettività, allo scopo di migliorare la qualità della vita di tutti. Ogni contributo può fare la differenza. Grazie.