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I nostri motori di ricerca: intervista con Luigi Franchi

5 PER MILLE UNIBO / Fa un dottorato in Letteature classiche, moderne, comparate e postcoloniali, ha 26 anni e studia come vengono raccontati gli anni Settanta all'interno di opere di autori contemporanei italiani e inglesi come Stefano Tassinari e Jonathan Coe

Ciao Luigi, di cosa ti occupi?
Studio le modalità con cui gli anni Settanta vengono raccontati all'interno di opere di autori contemporanei italiani e inglesi come Stefano Tassinari e Jonathan Coe. Il mio obiettivo è quello di misurare in quali termini la narrativizzazione del passato possa contribuire a formare la memoria storica all'interno della società civile.

Quando hai deciso di fare ricerca?
Durante l'ultimo anno della laurea magistrale ho svolto un periodo di studio in Inghilterra a Birmingham nell'ambito del progetto Erasmus. Nelle università inglesi la maggior parte degli esami prevede la stesura di saggi nei quali lo studente è tenuto a lavorare indipendentemente e a cercare di congiungere la qualità del lavoro con l'originalità del punto di vista sulla materia trattata. Questa esperienza e l'entusiasmo col quale ho redatto la mia tesi finale a Bologna mi hanno convinto a proseguire i miei studi con un dottorato di ricerca.

Cosa ti appassiona di quello che studi?
Scoprire che autori provenienti da continenti ed esperienze di vita completamente differenti possono dialogare tra loro attraverso la letteratura aiuta ad allargare i propri orizzonti culturali. Nel mio ambito di ricerca specifico, inoltre, determinate narrazioni del passato possono far conoscere degli avvenimenti importantissimi che, tuttavia, non vengono riportati dalla storiografia ufficiale. Indagare i motivi per cui questi eventi vengono raccontati in maniera distorta o lacunosa credo sia molto interessante per capire come lo storytelling influenzi l'esistenza anche di coloro che credono di non avere alcun rapporto con la letteratura.

Cosa pensi prima di andare a dormire la sera?
Di solito penso che sia troppo tardi per riuscire ad alzarmi in tempo il giorno dopo ed essere in biblioteca alle nove in punto.

E quando ti svegli al mattino?
Se il desiderio di un bel caffé caldo non vale come primo pensiero della giornata, quello di essere molto fortunato perché svolgo un lavoro che mi piace è il secondo che mi viene in mente.

Quale scoperta/invenzione pensi possa rivoluzionare il tuo ambito di ricerca nei prossimi cinque anni?
Sia in Italia che in Inghilterra sono ancora molti i misteri che circondano la stagione degli attentati degli anni Settanta. Eventuali rivelazioni su quegli anni provenienti dagli archivi o da testimonianze dirette getterebbero una nuova luce sulle narrazioni che si sono occupate di quel periodo.

Una cosa che hai imparato facendo ricerca.
Ho capito che, nonostante le tabelle e i piani di lavoro siano importantissimi, certe volte soffermarsi su testi non strettamente attinenti al mio progetto di ricerca può dischiudere scenari molto interessanti e produttivi per il mio lavoro.

Sei un ricercatore "da adottare". Cosa vorresti dire ai tuoi sostenitori?
Non bistrattate gli studi letterari solo perché a prima vista sembrano offrire un ritorno economico meno sicuro rispetto alle discipline scientifiche. Se un giorno nessuno sarà più grado di capire cosa rende unici Dante e Shakespeare, infatti, la perdità sarà più grande di qualsiasi investimento andato male.