Una giornata tutta dedicata a Mario Martone e al suo "Il giovane favoloso": martedì 21 ottobre il regista, che ha affidato il volto di Giacomo Leopardi a Elio Germano, sarà a Bologna per una maratona di appuntamenti dedicata al suo nuovo film.
Alle 18 Martone incontrerà gli studenti alla Scuola di Lettere e Beni culturali (nell'Aula III e nell'Aula V video-collegata). L’incontro sarà moderato da Marco Antonio Bazzocchi e Gianluca Farinelli. E sarà presente anche il presidente della Scuola Costantino Marmo. Alle 21,15, invece, il regista introdurrà la proiezione de "Il giovane favoloso" al Cinema Odeon e alle 22,45 sarà protagonista di un dibattito con il pubblico del Cinema Lumière della Cineteca di Bologna, dopo la proiezione delle 20.30.
Il film di Martone è già un caso per quanto riguarda il mondo della scuola, che si sta mobilitando in maniera sorprendente. Agiscuola Emilia Romagna, che coordina le prenotazioni degli istituti regionali, ha già in programma moltissime mattinate riservate agli studenti in tutte le province e Bologna registra già oltre tremila adesioni, a pochi giorni dal lancio dell’iniziativa.
"Abbiamo scritto la sceneggiatura del film attingendo agli scritti di Leopardi e all’insieme del suo epistolario, lo scrigno attraverso cui è possibile seguire la sua breve vita dalla Recanati della biblioteca paterna fino alla Napoli del colera e del Vesuvio", ha spiegato il regista. "Ed ecco la famiglia di Giacomo, il padre Monaldo, il compagno della vita Antonio Ranieri, gli intellettuali del tempo, la donna per la quale si accese di passione, Fanny Targioni Tozzetti. Ma il mio interesse non è per l’aneddoto: la vita di Leopardi è tutt’uno con la sua scrittura, si potrebbe dire che non c’è un suo verso, non c’è un suo rigo che non sia autobiografico".
"Leopardi sa, con molto anticipo su Proust, o su Beckett, che solo la radicale esperienza di se stessi consente la partita con la verità: da qui le poesie, lo Zibaldone, le Operette morali. È per questo che oggi possiamo sentire Leopardi con tanta forza. Affrontare la vita di Leopardi significa inoltre svelare un uomo libero di pensiero, ironico e socialmente spregiudicato, un ribelle, per questa ragione spesso emarginato dalla società ottocentesca nelle sue varie forme, un poeta che va sottratto una volta e per tutte alla visione retorica che lo dipinge afflitto e triste perché malato. Dopo Noi credevamo, ho voluto insistere con questo film nel tentativo di riportare alla luce pezzi del nostro passato a mio avviso preziosi per il presente, ma questa volta non si tratta di un film storico. Il giovane favoloso vuole essere la storia di un’anima, che ho provato a raccontare, con tutta libertà, con gli strumenti del cinema".