Cosa pensano i giovani dell’Europa? E come coinvolgerli in una cittadinanza attiva? Domande di stretta attualità a cui vuole dare risposta Catch EyoU (Constructing AcTiveCitizensHip with European Youth: Policies, Practices, Challenges and Solutions), un nuovo progetto europeo che prenderà il via domani, mercoledì 2 settembre, sotto le Due Torri. La ricerca, finanziata dall’Unione europea nell’ambito del programma Horizon 2020 con un contributo di 2,5 milioni di euro, è coordinata da Elvira Cicognani del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Bologna e coinvolge nove diversi università ed enti da tutta Europa.
Un problema sempre più avvertito, e che i media ultimamente non mancano di evidenziare, è il crescente scollamento dei giovani nei confronti dell’idea di Europa e la loro scarsa fiducia verso le istituzioni europee, un dato emerso in maniera inequivocabile anche in occasione delle recenti elezioni parlamentari europee del 2014, che indicano, tra l’altro, una diminuzione progressiva della loro partecipazione al voto in vari paesi: solo il 27,8% dei giovani europei di età compresa fra 18-24 anni ha votato, contro il 51,3% degli adulti sopra i 55 anni. Fra le ragioni per le quali i giovani si astengono - si legge nel "Report on the European Parliament Elections 2014, European Commission" - le più citate sono la sfiducia nella politica (23%), il disinteresse (19%) e la convinzione di non poter incidere sulle scelte (14%).
Emergono comunque differenze consistenti fra singoli paesi e fra sottogruppi di giovani, ad esempio, gli studenti che hanno fatto esperienze all’estero nell’ambito dei programmi Erasmus sono risultati fra i votanti più assidui. Va comunque rilevato, come dimostrano anche gli eventi più recenti e le crescenti spinte nazionalistiche, che i giovani sono pronti ad attivarsi in difesa di problemi sociali collettivi, soprattutto a livello locale, anche in forme diverse dalla politica tradizionale, a volte non sempre riconosciute e comprese come tali.
Catch EyoU analizzerà cosa pensano i giovani del continente in cui vivono e come concepiscono il proprio ruolo nella costruzione del progetto europeo, attraverso l’analisi delle pratiche di partecipazione sociale e politica a livello comunitario, nazionale, regionale e locale. La ricerca ha l’obiettivo di comprendere cosa significhi per i giovani essere “cittadini europei attivi”, raccogliendo informazioni che aiuteranno a comprendere i diversi fattori - da quelli psicologici individuali, fino a quelli macrosociali e contestuali - che influenzano i modi di vedere l’Europa dei giovani “nativi europei” e quelli in cui si impegnano nella società. In particolare, si vuole capire quali forme, canali, mezzi, linguaggi della partecipazione oltre a quelli più convenzionali, anche non riconosciuti come tali dagli adulti, usano i giovani per esprimere il proprio sentimento di essere europei, le proprie visioni di cittadinanza e per partecipare alla costruzione dell’Europa.
L’indagine si avvarrà di una prospettiva interdisciplinare che prevede il contributo della Psicologia, delle Scienze politiche, delle Scienze della comunicazione, della Sociologia, delle Scienze dell’Educazione. “Il progetto - spiega la coordinatrice Elvira Cicognani - utilizza un approccio metodologico innovativo, che include metodi di analisi sia quantitativi, sia qualitativi e cerca di incorporare anche il punto di vista dei giovani, che verranno attivamente coinvolti in vari modi: come partner, come ricercatori sociali e anche come 'oggetti' di studio”. Verrà utilizzata una varietà di metodi di ricerca, che includono fra gli altri l’analisi documentale, ad esempio delle politiche giovanili e dei media (stampa, social media), interviste e focus group con insegnanti e studenti, studi delle pratiche di partecipazione giovanile spontanee e delle esperienze “di successo”. Inoltre è previsto un intervento di promozione della cittadinanza attiva che sarà realizzato nelle scuole e che coinvolgerà attivamente gli studenti.
"Questo progetto - continua Elvira Cicognani - permette di ripensare e rivedere i modi con cui vengono concepiti la partecipazione giovanile e la cittadinanza attiva, offrendo ai policy makers nuove idee, raccomandazioni e strumenti per integrare le prospettive dei giovani nell’elaborazione di politiche. L’idea è che questo progetto possa avvicinare maggiormente i giovani all’Europa, favorendo, grazie alla loro partecipazione, la possibilità di includere le loro preoccupazioni, priorità, interessi e le loro idee innovative.
Oltre all'Università di Bologna, al progetto partecipano gli atenei di Örebro (Svezia), Friedrich Schiller University - Jena (Germania), National and Kapodistrian University of Athens (Grecia), University of Porto (Portogallo), Masarik University (Repubblica Ceca), The London School of Economics and Political Science (Gran Bretagna), University of Tartu (Estonia) e il Forum Nazionale dei Giovani (Italia).