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Tra Medicina Veterinaria ed Economia, il meeting conclusivo del Progetto NEAT

Un doppio appuntamento, a Cesenatico e a Bologna, per la chiusura del progetto europeo dedicato ad estendere e migliorare l’insegnamento della Animal Health Economics nelle facoltà di Medicina Veterinaria e Produzioni animali in Europa

Il Centro Ricerche Marine e la sede del Corso di Laurea Unibo in Acquacoltura e Igiene delle Produzioni Ittiche, a Cesenatico, ha ospitato il 7 e 8 settembre scorsi il meeting conclusivo del Progetto NEAT - Network to enhance the use of economics in animal health education, research and policy-making in Europe and beyond. NEAT è un progetto europeo del Programma Erasmus Lifelong Learning, coordinato dal Royal Veterinary College di Londra. Avviato nell’ottobre del 2012, NEAT coinvolge più di cinquanta paesi, sia europei che extra europei, con l’obiettivo di estendere e migliorare l’insegnamento della Animal Health Economics nelle facoltà di Medicina Veterinaria e Produzioni animali in Europa.

Al meeting - organizzato dai membri Unibo del network NEAT, Maurizio Aragrande e Massimo Canali, sotto l’egida Scuola di Agraria e Medicina Veterinaria dell’Alma Mater - hanno preso parte 70 membri del network in rappresentanza di 26 paesi europei, tre paesi extraeuropei (Usa, Nuova Zelanda e Australia) ed alcune organizzazioni internazionali (International Livestock Research Institute, World Organization for Animal Health, International Veterinary Student Association, Federation of Veterinarians of Europe).

I veterinari occupano un ruolo chiave nella sanità animale e umana, attraverso il controllo degli animali allevati e liberi, degli alimenti di origine animali e delle zoonosi. In un mondo globalizzato, caratterizzato dall’intensivazione degli allevamenti e dall’aumento del commercio mondiale di animali e di prodotti di origine zootecnica, i veterinari liberi professionisti e dipendenti di enti privati e pubblici si confrontano sempre più spesso con decisioni che possono avere notevole rilevanza economica, sia a livello aziendale che territoriale, e ricadute su ampia scala geografica. Il lavoro di NEAT punta quindi a creare una cultura condivisa tra i professionisti del settore veterinario che possa integrare l’utilizzo dei dati sanitari con quelli ricavati da modelli e previsioni propri delle scienze economiche, rendendo operativo il concetto di economia sanitaria e applicandolo all’intero settore, dall’acquacoltura agli allevamenti, alla fauna selvatica, e agli animali da compagnia.

Il meeting di Cesenatico si è articolato in momenti di discussione plenaria e gruppi di lavoro per affrontare in modo operativo i temi affrontati. Al centro del dibattito c’era proprio il futuro del network costituitosi grazie al progetto. Ripercorrendo le attività finora realizzate per identificare i bisogni formativi dei futuri veterinari in ambito economico, gli strumenti didattici sviluppati e messi a disposizione per l’insegnamento e l’apprendimento e i risultati ottenuti nell’ambito dello sviluppo di curricula universitari, che integrino in maniera corretta l’insegnamento dell’economia alla medicina veterinaria, i partecipanti si sono interrogati sulle future attività della rete e sui suoi possibili sviluppi.

Il 9 settembre una nutrita delegazione del NEAT ha poi incontrato rappresentanti di spicco del mondo veterinario italiano (accademici, industria, servizi sanitari nazionali) e una delegazione degli studenti di veterinaria dell’Alma Mater, nel workshop “Italian Vets meet NEAT. The role of Economics in veterinary profession”, per discutere in dettaglio il ruolo e i bisogni dell’insegnamento di economia nelle facoltà di Medicina Veterinaria italiane. Il workshop, che si è svolto a Bologna, presso l’Aula Magna del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari, è stata la prima e probabilmente finora unica opportunità di discussione sull’argomento a livello nazionale in un’ottica interdisciplinare.