C'è anche l'Università di Bologna tra i protagonisti della conferenza sul clima promossa dalle Nazioni Unite che si apre oggi a Parigi. Il prorettore vicario Mirko Degli Esposti è nella capitale francese per prendere parte ad una serie di eventi legati ai temi del cibo, dell'agricoltura, della sovranità alimentare e del consumo di suolo e per assicurare così la partecipazione dell'Alma Mater alla sfida per combattere il cambiamento climatico e ridurre le emissioni di gas serra.
L'iniziativa a cui partecipa l'Ateneo bolognese si chiama "4/1000: Terreni per la sicurezza alimentare e climatica" ed è uno dei quattro pilastri attorno ai quali sarà negoziato il risultato finale della conferenza. Un coinvolgimento, quello dell'Alma Mater, che parte da un accordo strategico firmato lo scorso settembre con l'Institut National de Recherche Agronomique (INRA), arrivato dopo una serie di collaborazioni nel campo della ricerca su agricoltura e innovazione. Lo scorso 25 novembre, poi, nel corso del Global Bioeconomy Summit a Berlino, il presidente di INRA François Houllier ha incontrato il rettore Francesco Ubertini ed è proprio in quell'occasione che si è consolidata la partecipazione di Unibo nei lavori di Parigi.
Il programma "4/1000: Terreni per la sicurezza alimentare e climatica" punta a raggiungere un tasso di crescita annuo del 4 per 1000 dello stoccaggio di carbonio del suolo: un risultato che potrebbe rivelarsi fondamentale per limitare l’aumento di temperatura a livello globale a 1,5 o al massimo 2 gradi centigradi. Un obiettivo, questo, che va perseguito mettendo in capo strategie diverse legate alla rigenerazione del suolo, alla conservazione e sviluppo delle foreste e delle aree verdi, alla trasformazione del sistema agroalimentare verso una produzione più pulita e più efficiente di cibo.
Tutti temi su cui l'Università di Bologna ha molto da dire, grazie a una vasta serie di competenze multidisciplinari che coinvolgono numerosi network scientifici a livello nazionale e internazionale. Dalle attività legate ad Alma Low Carbon, il gruppo di ricerca dedicato alle strategie di riduzione dei gas serra, passando per i numerosi progetti europei attivati e coordinati, l'Alma Mater è uno degli attori più attivi e competenti a livello europeo attorno ai temi dell'ambiente e del clima.
E un discorso del tutto simile lo si può fare anche per il capitolo food. L'Università di Bologna è stato il primo ateneo in Italia, e quarto in Europa, per progetti su agricoltura e alimentazione nell'ambito del Settimo programma quadro dell'Unione Europea, e anche oggi è tra le università più attive nell'ambito del nuovo programma Horizon 2020. Senza dimenticare il team di ricerca integrata Alma Food, vero e proprio punto di snodo multidisciplinare per parlare di cibo e produzione alimentare a tutti i livelli.
A Parigi, l'Università di Bologna partecipa lunedì 30 novembre a un incontro organizzato dal CIRAD, centro di ricerca francese che si occupa di agricoltura e sviluppo, durante il quale saranno delineate le prime linee guida del programma "4/1000: Terreni per la sicurezza alimentare e climatica". Programma che sarà poi presentato ufficialmente domani, 1 dicembre, con un evento a cui partecipano tra gli altri il ministro dell'agricoltura francese Stéphane Le Foll e il direttore generale della FAO José Graziano Da Silva.