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Hockey indoor. Il Cus Bologna in finale cede lo scudetto al Bra

Alle finali di campionato, organizzate a Bologna, la squadra dell'Alma Mater arriva a un passo dalla meta

Finisce con un pizzico di rimpianto per il Cus Bologna perché lo scudetto di hockey indoor prende la strada che porta in Piemonte e arriva direttamente a Bra, dove oggi gioca Denis Mapelli, per due stagioni punto di riferimento proprio del Cus Bologna. Finisce 6-3 per i piemontesi anche se, a tre minuti dalla fine, il risultato era in perfetta parità, 3-3 e si pensava che ci sarebbero voluti i tempi supplementari e, forse, addirittura i tiri di rigore per decidere il titolo di hockey indoor. Invece un fallo (apparso inesistente ai più) provoca un corner corto sul quale il Cus Bologna subisce un gol. Poi espulsioni (temporanee per cartellini gialli) a raffica e la partita che finisce lì.

Peccato perché il Cus Bologna ci aveva creduto, soprattutto con i tre ragazzi che avevano trovato la via della rete: il solito Sergey Stasiouk, come sempre top scorer dell’Alma Mater Studiorum e poi Nicola Sanasi e Simone Cesari. Peccato perché a un certo punto, il Cus Bologna, pur non godendo dei favori del pronostico, aveva sognato davvero di vincere, per la sesta volta nella sua storia, il titolo italiano di hockey indoor.

“Onore al Bra", dice il direttore generale del Cus Bologna, Federico Panieri. "Onore ai nostri avversari perché sono stati bravi e perché siamo da sempre i primi a riconoscere il verdetto del campo. Ci spiace per un epilogo che forse avrebbe potuto essere diverso. Ma al di là di tutto abbiamo un gruppo valido. Di più, una squadra che è stata rivoluzionato più volte ma che pure, nonostante tutto, è alla terza finale tricolore in tre anni. Questo significa che il nostro lavoro procede. Questo significa che abbiamo visto giusto affidando la guida tecnica della squadra a un tecnico di valore qual è Davide Tassi che meriterebbe maggiore attenzione anche da parte della Nazionale e della Federazione”.

Partono i ringraziamenti di Panieri – braccio sportivo del commissario straordinario del Cus Bologna, Vincenzo Santis, in questa manifestazione – e la lista è davvero lunga. “Grazie all’Hockey Team Bologna e all’Hc Pistoia che ci hanno aiutato e collaborano con noi. Grazie a Gianmario Borioni e Agostino Briatico. Grazie a Federico Baroncini che è il nostro vice allenatore. Grazie a Sandro Bartolomei e Alessandro Vitti. Grazie soprattutto a Daniele Gadda, il nostro capitano, che per me è come un fratello. Grazie a Sergey Stasiouk che ci ha trascinato dall’inizio alla fine. Avrebbe avuto mille motivi per avere la testa altrove, perché ha appena perso il papà Anatoly e perché non può tornare in Ucraina per tanti motivi. Invece, ci ha trascinato, dimostrando di essere un leader e una persona straordinaria”.

Tanta gente al PalaCus e al centro universitario Record e la conferma dell’affidabilità del Cus Bologna che, ancora una volta, ha organizzato la kermesse. “Sono spiaciuto per l’epilogo", racconta Davide Tassi, che del Cus Bologna è l’allenatore. "Mi spiace perché abbiamo lavorato tanto. Siamo come uno studente che è molto preparato. Poi, però, all’esame prende un voto che non merita. O meglio: avrebbe meritato un voto migliore. A parte questo, però, voglio ringraziare i miei ragazzi. E rivendicare con orgoglio, non solo i tre minuti finali, ma i tre mesi di lavoro. Il progetto che abbiamo portato avanti, con spirito di sacrificio e tanto altruismo”.

Secondo Davide Tassi, il suo fuoriclasse, Sergey Stasiouk, avrebbe quantomeno meritato il titolo di miglior giocatore della rassegna. Deve accontentarsi del titolo di miglior portiere che premia Antonio Musto, protagonista assoluto della semifinale, soprattutto nei momenti conclusivi con i tiri di rigore.