Circa diecimila anni fa è avvenuta una delle più importanti rivoluzioni di tutti i tempi: l’uomo è passato da un’alimentazione basata prettamente sulla caccia ad una basata soprattutto sull’agricoltura e sull’allevamento, cambiando la sua visione del mondo e modificando radicalmente il suo rapporto con l’ambiente, con gli animali, con i suoi simili, con il cibo. I reperti che meglio documentano questo passaggio sono le ossa e i denti umani, protagonisti della mostra “Storia di cibo tra Paleolitico e Neolitico”: dal 5 novembre al 31 maggio al Museo di Antropologia dell’Università di Bologna, un percorso che esplora i cambiamenti alimentari nel corso del tempo, attraverso le spiegazioni dei metodi di studio e una documentazione fotografica, arricchite da video e musica a tema.
Le ossa e i denti umani esposti mostrano i segni del tipo di alimentazione e dei disturbi ad essa legati: un percorso che ripercorre i cambiamenti alimentari avvenuti nei secoli spaziando dai reperti risalenti al Paleolitico medio, appartenenti ai Neandertaliani di Krapina (Croazia), ai reperti del Paleolitico superiore, rivenuti a Taforalt (Marocco), dai Neolitici del territorio italiano alle serie scheletriche del territorio emiliano romagnolo della storia più recente, dall’Età del Ferro al Medioevo.
Durante l’inaugurazione, che si terrà giovedì alle 18, verrà inoltre presentato il libro “il Farinelli ritrovato”: realizzato in collaborazione con il Centro Studi Farinelli di Bologna, racconta i comportamenti alimentari di Carlo Broschi, detto Farinelli, il più famoso cantante lirico evirato del Settecento.
Il progetto è l’ultimo appuntamento del ciclo UniCibo ed è coordinato da Maria Giovanna Belcastro, referente scientifico del Museo di Antropologia, e promosso tra gli eventi del progetto SEMI dell’Istituto dei Beni Culturali dell’Emilia Romagna.