Professor Sassatelli, perché secondo lei è stata scelta l’Università di Bologna per la realizzazione del lotto 3 del Grande Progetto Pompei?
Perché l’Università di Bologna, grazie all’impegno e agli investimenti che sono stati messi in campo negli ultimi 20 anni (persone e apparecchiature) è fortemente competitiva in campo nazionale per quanto riguarda l’archeologia ed è in grado di offrire servizi di primissimo odine relativamente al rilievo e alla documentazione archeologica di un sito importante come Pompei.
Qual è il valore aggiunto di un approccio multidisciplinare come quello che un Ateneo come il nostro può offrire?
Il valore aggiunto di un Ateneo multidisciplinare come il nostro è proprio quelle di riuscire a mettere insieme, con rapidità e con estrema facilità competenze diversificate che uniscono le conoscenze tradizionalmente legate all’attività archeologica sul campo, competenze di carattere topografico e ingegneristico, competenze di tipo informatico, metodologie di lavoro che toccano la geoarcheologia, l’utilizzo di strumentazioni di avanguardia come il laser scanner. In buon sostanza la nostra Università è stata in grado di fare autentica innovazione anche in un settore “tradizionale” come quello dell’archeologia.
È importante a suo avviso offrire una esperienza come questa ai nostri giovani ricercatori?
È assolutamente strategico perché i nostri più giovani collaboratori con particolare riguardo a studenti della Magistrale, a Dottorandi e ad Allievi della Scuola di Specializzazione di Archeologia avranno la possibilità di assistere, in diretta e sul campo, ai lavori dei nostri tecnici e dei nostri operatori acquisendo un importantissimo valore aggiunto nel loro itinerario formativo che mira a farne degli archeologi bravi, aggiornati e competitivi.