Senza la Ricerca? UniboMagazine intervista Lorenzo Grazia
5 PER MILLE UNIBO / Dottorandoal Dipartimento di Chimica Industriale "Toso Montanari", studia le biomasse che sfruttano terreni non coltivabili e di tipo non commestibili come alternativa ai combustibili fossili per la produzione di sostanze chimiche e combustibili
Ciao Lorenzo, di cosa ti occupi?
Ciao a tutti, la mia attività di ricerca è focalizzata sulla valorizzazione di biomasse lignocellulosiche per la produzione di prodotti di interesse per la chimica fine (industrie farmaceutiche, alimentari, cosmetica, ...) e di bio-combustibili. Le biomasse sono attualmente la più promettente alternativa ai combustibili fossili per la produzione di sostanze chimiche e combustibili. Tuttavia l'utilizzo delle biomasse per la produzione di carburanti e prodotti chimici ha suscitato alcune riserve di natura etica potendo entrare in competizione con l’approvvigionamento di cibo. Per queste ragioni nel nostro gruppo di ricerca ci stiamo focalizzando sull'utilizzo di biomasse di seconda generazione, come la lignocellulosa, le quali sfruttano terreni non coltivabili, colture non commestibili e permettono inoltre di poter utilizzare materiali di scarto e rifiuti. Dal trattamento di queste biomasse di seconda generazione è infatti possibile ottenere molecole di grande interesse per il loro utilizzo come combustibili alternativi e prodotti ad elevato valore aggiunto utilizzabili per la produzione di materie plastiche a minor impatto ambientale.
Quando hai deciso di fare ricerca?
Durante il periodo di tirocinio, che ho effettuato nel laboratorio di “Sviluppo di processi catalitici” nel nostro Dipartimento di Chimica Industriale, ho iniziato a scoprire cosa significhi fare ricerca: imbattersi tutti i giorni in sfide e problemi da risolvere. Questo e la passione per la ricerca che i miei professori Stefania Albonetti e Fabrizio Cavani trasmettono mi ha fatto decidere di intraprendere la via della ricerca.
Cosa ti appassiona di quello che studi?
Uno degli aspetti che mi appassiona di più è la possibilità di lavorare e di cercare soluzioni a problematiche di cui si sente parlare molto spesso sui quotidiani ed in televisione. Credo che in un futuro, anche non troppo lontano, sarà necessario diminuire la dipendenza da petrolio e combustibili fossili sia per problemi di inquinamento che di riserve limitate. Sono consapevole che questo cambiamento radicale non sarà facile da ottenere, però lavorare tutti i giorni allo sviluppo di nuove tecnologie che potranno rendere questo cambiamento possibile è una sfida molto interessante e che mi appassiona.
Cosa pensi prima di andare a dormire la sera?
Mah, la sera prima di dormire penso un po’ a tutto e a niente come la maggior parte delle persone. La mia opinione è che noi dottorandi e ricercatori alla fine siamo persone come tutte le altre, abbiamo solo una passione in più - o forse è solo curiosità - che ci spinge a cercare sempre qualcosa di nuovo. Per questo la sera prima di dormire penso ai progressi ottenuti in giornata in laboratorio, a ciò che non è ancora stato spiegato e a quanta strada manca per raggiungere gli obiettivi prefissati; penso però anche alla prossima partita di campionato della squadra che tifo, ai risultati delle gare del Motomondiale e della Superbike.
E quando ti svegli al mattino?
Alla mattina quando mi sveglio penso semplicemente al lavoro che dovrò fare e alla fortuna che ho nel poter divertirmi a lavorare facendo quello che mi piace.
Quale scoperta/invenzione pensi possa rivoluzionare il tuo ambito di ricerca nei prossimi cinque anni?
Più che una invenzione o una scoperta penso che la vera svolta che potrà portare ad una radicale rivoluzione nel mio ambito di ricerca possa essere una presa di posizione, il rendersi conto e avere la consapevolezza che la richiesta energetica, di combustibili, di materie prime e di prodotti finiti non potrà più essere legata allo sfruttamento del petrolio e di fonti fossili. Infatti, non tutti sono a conoscenza che la quasi totalità degli oggetti di uso comune utilizzati tutti i giorni, dalla macchina allo smartphone, dall'aspirina all'abbigliamento, non potrebbero esistere senza la chimica e la ricerca fatta in questo campo. Se tutti, dalla popolazione ai politici fino i dirigenti delle grandi aziende, prendessero atto di ciò e fossero consapevoli dei problemi legati all'utilizzo delle fonti fossili e dei vantaggi legati alle fonti rinnovabili si verrebbero a creare i presupposti per un cambiamento più rapido e accettato.
Una cosa che hai imparato facendo ricerca.
La cosa più importante che ho imparato facendo ricerca è stata la capacità di non fermarsi mai davanti a qualsiasi tipo di problematica e cercare sempre una soluzione. Inoltre non bisogna mai porre dei limiti alla propria curiosità.
Come sarebbe il mondo senza ricerca?
Semplicemente non esisterebbe il mondo per come lo conosciamo noi e non ci sarebbe nessuna via o speranza di migliorarlo.
Sei un ricercatore "da adottare". Cosa vorresti dire ai tuoi sostenitori?
Per ricollegarsi a quanto detto prima, tutti noi viviamo nel mondo a cui siamo abituati solo e solamente perché è stata fatta ricerca. Bisognerebbe quindi continuare ad investire nella ricerca per non vanificare quanto è già stato fatto e per permettere alle generazioni future di vivere ed essere partecipi di tutte le meraviglie che il mondo può offrire e di cui, egoisticamente, non possiamo pensare di poter godere solo noi.