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Big Data in Europa e Stati Uniti: tra indagini penali e riservatezza

Importanti studiosi, come Paul de Hert della Vrije Universiteit di Bruxelles, David Gray della University of Maryland e Richard Aldrich della University of Warwick, si incontreranno all'Università di Bologna per parlare di sorveglianza digitale, a fini di prevenzione e repressione dei reati

Dal 12 al 14 maggio si terrà a Bologna la conferenza "Criminal Investigations in the Age of Smart Data. A Transatlantic Perspective" per parlare dell’uso dei Big Data e delle tecniche di sorveglianza digitale, a fini di prevenzione e repressione dei reati, in chiave comparata tra Europa e Stati Uniti. Il convegno, organizzato dall’Università di Bologna e cofinanziato da University of North Carolina (USA), University of Warwick (Regno Unito) e Università di Basilea (Svizzera), costituisce l’ottava iniziativa organizzata dal gruppo di ricerca formato dalle quattro università (Basilea, Bologna, North Carolina, Warwick), sui temi del futuro della giustizia penale (The Future of Adversarial and Inquisitorial System).

All’incontro prenderanno parte alcuni dei più importanti studiosi della materia, come Paul de Hert, della Vrije Universiteit di Bruxelles, David Gray della University of Maryland e Richard Aldrich della University of Warwick. Il primo giorno dei lavori vedrà alternarsi tra i relatori giovani studiosi, provenienti sia dall’Europa che dagli Stati Uniti, che esamineranno i più recenti sviluppi delle indagini inforatiche (come l’uso di software intrusivi – i c.d. trojan - per ottenere l’acquisizione da remoto delle comunicazioni e dei dati presenti in un sistema informatico).

Nei sistemi di giustizia penale occidentale, la manifestazione di un legittimo sospetto segna il punto oltre il quale la posizione dell’individuo rischia potenzialmente di essere stravolta: una persona può trovarsi infatti al centro di indagini capaci di invadere tutte le sfere della sua vita privata, incluse quelle più intime. Questo fatto ha dato origine a svariate leggi, norme e dibattiti su entrambe le coste dell’Atlantico.

Recentemente, l’uso dei cosiddetti Big Data (o Smart Data), creati privatamente utilizzando tecnologie altamente sviluppate (smart technology), ha sollevato nuove questioni problematiche. Lo scopo della conferenza non è solo quello di riflettere su come forme di surveillance segrete siano diventate importanti strumenti per le indagini penali negli USA e nella maggior parte delle giurisdizioni europee, ma anche di soffermarsi sul concetto di riservatezza, in un’era di “smart data” e di diffusa sorveglianza elettronica.