Senza la Ricerca? UniboMagazine intervista Giulia Lasagni
È dottoranda in Procedura penale e la sua ricerca parte dall'impatto della recente crisi finanziaria negli Stati Uniti e in Europa per studiare lo sviluppo dei sistemi di controllo in ambito bancario
Ciao Giulia, di cosa ti occupi?
La mia ricerca parte dall'impatto della recente crisi finanziaria negli Stati Uniti e in Europa per studiare lo sviluppo dei sistemi di controllo in ambito bancario sotto una duplice prospettiva. Da un lato, l'obiettivo è quello di valutare i nuovi meccanismi di controllo e supervisione sugli istituti bancari, la loro adeguatezza a tutelare mercato, investitori e cittadini, ed i possibili effetti nel conferire poteri così ampi ad autorità formalmente solo amministrative. Dall'altro lato, mi sono occupata dei nuovi strumenti di surveillance utilizzati per sviluppare forme di controllo in tempo reale sui dati bancari, cercando di definire problematiche, limiti e garanzie che devono essere rispettate quando si utilizzano tecnologie informatiche in grado di incidere in maniera rilevante sui diritti fondamentali dei cittadini.
Quando hai deciso di fare ricerca?
Subito dopo essermi laureata.
Cosa ti appassiona di quello che studi?
La possibilità di comprendere e rendere comprensibile i fenomeni che ci circondano, e possibilmente di dare un contributo per rendere la nostra società più rispettosa dei diritti.
Cosa pensi prima di andare a dormire la sera?
Alle persone che ho incontrato.
E quando ti svegli al mattino?
A cosa mi aspetta nella giornata.
Quale scoperta o invenzione pensi possa rivoluzionare il tuo ambito di ricerca nei prossimi cinque anni?
La scelta dell’Unione Europea di agire finalmente come un corpo politico unitario e non come la somma di 28 diversi stati.
Una cosa che hai imparato facendo ricerca.
La pazienza.
Come sarebbe il mondo senza ricerca?
Noioso.
Sei un ricercatore "da adottare". Cosa vorresti dire ai tuoi sostenitori?
Bisogna essere all'avanguardia per essere competitivi sul mercato, e la ricerca serve proprio a questo, a rafforzare ciò che funziona nella realtà e insieme anche a sbirciare oltre i limiti di ciò che oggi è possibile. Competenza e innovazione, però, richiedono tempo e denaro: pensare di ottenere questi risultati senza fare investimenti è semplicemente falso.