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Crowdmapping: studenti Unibo all’opera per i soccorsi in Ecuador

Un gruppo di studenti del Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria civile, guidato dal Prof. Gabriele Bitelli, in seguito al terremoto che ha colpito recentemente l’Ecuador, ha collaborato alla redazione di una cartografia di base, essenziale per la gestione dei soccorsi in quel territorio

Lo scorso 16 aprile 2016, un terremoto di magnitudo 7.8 ha colpito l’Ecuador, nella regione costiera settentrionale, causando centinaia di morti e ingenti danni alle strutture. Nei giorni immediatamente successivi al disastro, un gruppo di studenti del Corso di Telerilevamento e GIS, guidato dal Prof. Gabriele Bitelli dell’area di Geomatica del Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali – DICAM dell’Alma Mater, ha condotto un’esperienza di crowdmapping in ambito didattico, realizzando via rete una mappatura partecipata basata su immagini satellitari sulle aree colpite dal terremoto.

Non era infatti disponibile, fino a quel momento, una cartografia di base, essenziale per la gestione dei soccorsi che sono stati peraltro ostacolati dalle condizioni di inagibilità di molte strade, a causa delle piogge e delle condizioni atmosferiche dell’ultimo periodo. Seguendo una procedura di fotointerpretazione diretta su immagini satellitari a diverse risoluzioni, fino a pixel di 50 cm di lato, ogni studente ha mappato decine e centinaia di edifici e strutture su una porzione specifica di territorio a lui assegnata. L’esperienza si è inserita all’interno di un progetto internazionale coordinato dall’Humanitarian OpenStreetMap Team (HOT) e ha avuto il supporto dell’Agenzia ITHACA (Information Technology for Humanitarian Assistance, Cooperation and Action).

Grazie alle metodologie di crowdapping (cui partecipano via Internet volontari da ogni parte del mondo) è possibile generare in tempi stretti una grande mole di informazioni georeferenziate su una certa area, a partire da immagini satellitari o aeree, e realizzare cartografie specifiche o di base che normalmente richiedono lunghi tempi e alti costi. L’Università di Bologna ha già partecipato con lo stesso team a una realizzazione di questo tipo, a supporto dei soccorsi per il terremoto di Haiti del 2010 e, oggi, all’interno del DICAM è attivo su queste ed altre tematiche CODE^3, Center for International COoperation and Development on Engineering, Environment and Emergency.

 

Autore: Viviana Sarti