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Omaggio a Čechov, maestro di teatro dei primi del 900

Film e spettacoli per il progetto “Cechoviana”: riscritture di un classico nella scena contemporanea al Centro la Soffitta del Dipartimento delle Arti

Da martedì 8 a venerdì 11 novembre 2016 appuntamento con il progetto “Cechoviana. Riscritture di un classico nella scena contemporanea”, a cura di Silvia Mei, nell’ambito della sezione Teatro del Centro La Soffitta del Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna. Spettacoli teatrali, incontri e film per omaggiare l’opera dello grande maestro del teatro del primo novecento.

Il progetto Cechoviana offrirà un campione rappresentativo dell’opera di Čechov: martedì 8 novembre, alle 18.30, Čechov al cinema con una selezione di film ispirati all’opera del maestro, con introduzione alla visione. Aprirà la rassegna Vanja sulla 42a strada di Louis Malle con l’introduzione di Giuseppe Liotta; mercoledì 9 novembre, alle 18.30, si proseguirà con Il gabbiano di Marco Bellocchio con l’introduzione di Gerardo Guccini; venerdì 11 novembre, alle 18.30, concluderà la sezione Partitura incompiuta per pianola meccanica di Nikita Mikhalkov con l’introduzione di Silvia Mei.

Giovedì 10 novembre , alle 21, la compagnia TeatrInGestAzione presenterà lo spettacolo 3TO1 da Le tre sorelle di Anton Čechov, regia Anna Gesualdi e Giovanni Trono, con Alessia Mete, Ilaria Montalto e Beatrice Salvatore. Ciò che resta di Čechov (e in questo spettacolo anche di Beckett) è l'atmosfera, i suoni, i silenzi, le linee dure del significante, è la solitudine delle occasioni perdute. Un dispositivo che porta attori e pubblico all’immobilità, inchiodati alla tragedia dell’inattività, dell’ineluttabilità di certi destini. A seguire incontro con la compagnia.


Venerdì 11 novembre, alle 21, altro appuntamento teatrale con la compagnia Òyes in scena con lo spettacolo Vania, ideazione e regia Stefano Cordella, con Francesca Gemma, Vanessa Korn, Umberto Terruso, Fabio Zulli. Progetto vincitore del Premio Nazionale “Giovani Realtà del Teatro” 2015. Tutto ruota attorno alla figura del Professore, tenuto in vita da un respiratore artificiale. Non vedremo mai il Professore ma le tragicomiche conseguenze che la sua condizione produce sul resto della “famiglia”. Come in “Zio Vanja” anche i nostri personaggi sentono di non vivere la vita che vorrebbero. Ma la spinta al cambiamento deve fare i conti con la paura di invecchiare, le rigidità, i sensi di colpa, il timore di non essere all'altezza. A seguire incontro con la compagnia. Completerà il progetto il laboratorio Il corpo animale. Forme dell’attesa e della stasi, condotto da Anna Gesualdi e Giovanni Trono di TeatrInGestAzione: dal 7 al 9, dalle 14 alle 18, per gli studenti dell’Università di Bologna.

“La fortuna di Anton Čechov (1860-1904), scrittore e drammaturgo indissolubilmente legato alla rifondazione teatrale primonovecentesca, è stata fino ad oggi garantita dalle diverse stagioni del cosiddetto “teatro di regia”, che gli stessi drammi cecoviani hanno del resto contribuito a informare dalla prima moscovita del Gabbiano (17 dicembre 1898) ad opera di Stanislavskij e di Nemirovič-Dančenko. – spiega la curatrice del progetto Silvia Mei - Nel secondo Novecento, Čechov ha sempre costituito una sfida, riconoscendo nella recitazione il fuoco di interesse della messinscena: una recitazione che gioca col personaggio, con la sua memoria e il suo immaginario. Superato lo psicologismo di un teatro illustrativo e didascalico, il Cechov dei nostri giorni non racconta solo di solitudini, disincanti e rassegnazioni umane. Storia ed esistenza entrano oggi ancora più apertamente in conflitto mentre i personaggi (e i loro attori) galleggiano sopra le righe di una recitazione logorroica, isterica, nervosa, che spesso niente ha a che vedere con le pause e i silenzi del Cechov che abbiamo in mente.