Dal 23 al 26 giugno si terrà a Bologna - e per la prima volta in Europa - il Convegno della Media Ecology Association (MEA): oltre cento studiosi e professionisti di diversi ambiti disciplinari, sia umanistici che scientifico-tecnologici e provenienti da ventuno diverse nazioni, dialogheranno sul tema “Interfaces of Play and Game: Engaging Media Ecosystems”, nella sede del Dipartimento di Storia, Culture, Civiltà in piazza San Giovanni in Monte, a Bologna.
Promosso dai dipartimenti di Storia Civiltà Culture (DiSCi), Lingue Letterature e Culture Moderne (LILEC) e Scienze per la Qualità della Vita (QUVI) dell’Università di Bologna, in collaborazione con il Master in Comunicazione Storica dell’Alma Mater (Scuola di Lingue e Letterature, Traduzione e Interpretazione), il convegno si concentra sull'Ecologia del Media, area disciplinare e curriculare che si è consolidata in Nord America negli ultimi trent'anni. Le figure di riferimento per un'area di ricerca trasversale ai saperi tradizionali e alle nuove forme della comunicazione fanno capo ad ambiti disciplinari diversi e complementari: dalla filosofa Susanne Langer al professore di letteratura nonché teorico dei media Marshall McLuhan, dall’antropologo Edmund Carpenter al sociologo Jacques Ellul, dall'urbanista Lewis Mumford alla storica Elizabeth Eisenstein (a quest'ultima, scomparsa nel gennaio 2016, viene dedicata una sessione plenaria speciale nel pomeriggio di venerdì 24 giugno).
Nonostante molte siano anche le radici europee dell'Ecologia dei Media e nonostante l’associazione raggruppi un alto numero di affiliati nel vecchio continente, è questa la prima volta che il convegno annuale si tiene fuori dal continente americano. La più antica università del mondo occidentale tiene così a battesimo il primo convegno europeo dell’associazione, di fatto il suo diciasettesimo. Il segnale che viene dall’Alma Mater è quindi forte e importante: studiosi di diversi dipartimenti collaborano non solo all’organizzazione, ma anche alla diffusione di un’area di studio che vuole innovare la stessa idea di ricerca sostenendo sia il dialogo interdisciplinare che quello tra il mondo della ricerca, il territorio, le professionalità.
Sono oltre cento i relatori iscritti, provenienti da ventuno diverse nazioni; tra loro, accademici, professionisti, musicisti, poeti ed artisti impegnati in un dialogo tematico e interdisciplinare che ruoterà attorno alle idee di gioco e del giocare, che in inglese (la lingua ufficiale del convegno) si traducono con due termini diversi: "game" (il gioco), "to play" (il giocare). Riprendendo l'intuizione del filosofo Johan Huizinga – il gioco come componente primordiale della cultura umana – il convegno si propone di esplorare le molte dimensioni simboliche e ludiche dell'ecosistema dei media: la radice di "game" riporta ai concetti di partecipazione, comunione e dell’essere insieme; similmente, quella di "play" introduce l’idea del prendersi cura di qualcosa, coltivandola anche con l’azione. Da qui, l’ampio spettro delle comunicazioni: dal "game and play" in ambito meta-comunicativo al loro impiego rituale, al loro uso in vecchie e nuove strategie narrative, pedagogiche, rappresentative, fino all’interfaccia dei due concetti in campo più meramente scientifico-tecnologico (teoria della complessità, nuove intelligenze artificiali).
Tre i prestigiosi keynotes invitati, tutti premiati con i MEA Award 2016: giovedì 24, Luciano Floridi, filosofo italiano e professore di filosofia e etica dell'informazione all'Università di Oxford, rifletterà sulle “Tecnologie Transdiegetiche”. Venerdì 25, toccherà allo scrittore statunitense Bruce Sterling, autore di fantascienza e teorico del cyberpunk, proporrà una riflessione su "Divertirsi con i media morti". Infine, sabato 25, Luca De Biase, autore e giornalista del Sole 24 Ore, fondatore di Nòva24, inaugurerà il nuovo ciclo annuale di incontri dedicati al tema "L'ecologia dei media per la qualità della vita".