fotoraccontoUn volto, un paesaggio, una celebre opera d’arte. Qualunque sia l’immagine che gli viene sottoposta, il risultato non cambia: Caravaggio la elabora e la ricrea, disegnandola su carta con un unico, singolo, lunghissimo tratto. Senza mai staccare la penna dal foglio. Non parliamo, ovviamente, del celebre Michelangelo Merisi, ma di una macchina – un plotter verticale – unica nel suo genere, che dal grande artista di fine Cinquecento ha preso, oltre al nome d’arte, un gusto del tutto particolare per il chiaroscuro.
A idearla e costruirla è stato Michele Della Ciana, studente Unibo iscritto all’ultimo anno della laurea magistrale in Fisica. Da sempre appassionato di macchine, da progettare e comporre rigorosamente in casa, Michele è arrivato a Caravaggio un po’ per volta, con la volontà di creare qualcosa di innovativo e originale. “L’idea di partenza – racconta – era quella di costruire un semplice plotter verticale, cioè una macchina che riproduce un’immagine scrivendo su un piano verticale. Una volta costruito il plotter, però, quella che avevo tra le mani era poco più di una semplice stampante: volevo fargli fare qualcosa di più interessante”.
Nasce così l’idea di Caravaggio, da una sfida: riprodurre un’immagine, certo, ma usando un unico tratto, senza che la penna mossa dalla macchina si stacchi mai dal foglio. “Ho creato l’algoritmo che guida Caravaggio – spiega Michele – cercando di renderlo poco prevedibile, in modo tale che il tratto della penna sia sempre diverso, ma stando anche attento a fare in modo che l’immagine sia ben costruita ed abbia un suo valore estetico.”
Un risultato raggiunto dopo molti tentativi (“I primi risultati decenti sono arrivati dopo due mesi di prove!”) e giocando di sottrazione: “Inizialmente le immagini avevano molti dettagli, erano simili a fotografie in bianco e nero. Ora invece, i disegni hanno una forma molto più semplice: il tratto si muove andando a riempire solo gli spazi essenziali, infittendosi nelle parti più scure e lasciando vuote quelle più chiare.”