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Acqua, aria, paesaggio, biodiversità: come gestire e far crescere i beni pubblici

Il progetto europeo Provide, coordinato dall’Università di Bologna, ha messo a punto analisi e linee guida per garantire la conservazione e lo sviluppo dei beni pubblici generati dagli ecosistemi agricoli e forestali.
biodiversità

Siete saliti in collina per fuggire dal caldo estivo della città e ora state respirando aria buona e ammirando un paesaggio verde in cui si alternano boschi e campi coltivati; magari avete anche incontrato qualche animale selvatico, raccolto un frutto da un albero e bevuto acqua fresca di fonte. Quelli di cui state godendo – acqua, aria, paesaggio, biodiversità – sono beni pubblici che esistono grazie alla gestione degli ecosistemi agricoli e forestali: elementi fondamentali per la vita di un territorio, capaci di generare ricchezza, sia dal punto di vista sociale e culturale che da quello economico.

Provide – un progetto di ricerca europeo coordinato dall’Università di Bologna – li ha mappati, monitorati e studiati per capire quali sono i meccanismi economici e sociali che ne regolano l’esistenza e, soprattutto, cosa fare per garantirne la conservazione e lo sviluppo. Partito nel 2015, il progetto arriva ora a conclusione: i risultati sono stati presentati a Bologna pochi giorni fa. Per l’Alma Mater hanno partecipato il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-alimentari e il Dipartimento di Scienze Statistiche “Paolo Fortunati”.

Il gruppo di ricerca di Provide ha analizzato ruolo e gestione dei beni pubblici generati dagli ecosistemi agricoli e forestali sia a livello europeo che a livello locale, con analisi di casi studio specifici in tredici diversi paesi. Sono nati così indicatori e linee guida, pensati sia per le istituzioni centrali che per gli attori e il coinvolgimento delle popolazioni locali.

Tra questi attori, un ruolo centrale è giocato senza dubbio dall’Europa. “L’Unione Europea – spiega Davide Viaggi, docente dell’Università di Bologna che ha coordinato il progetto – è un attore fondamentale per la gestione dei beni pubblici generati dagli ecosistemi agricoli e forestali, grazie ai fondi della Politica Agricola Comune, che occupano una parte consistente del bilancio UE”. Un ruolo, quello dell’Europa, di cui i cittadini sembrano essere consapevoli. “L’80% dei cittadini che abbiamo intervistato pensa che i fondi europei investiti in questo campo siano adeguati o dovrebbero essere aumentati: i beni pubblici sono un tema prioritario, con un forte interesse per la gestione dell’acqua”.

Se l’Unione Europea ha un ruolo centrale in questa partita, non è però da sottovalutare il lavoro che possono mettere in campo le comunità locali. Soprattutto in territori in cui l’agricoltura ha una presenza minore o è del tutto assente. “Nel caso di aree abbandonate – dice ancora il professor Viaggi – non si può contare solo sull’opera della natura: per garantire la presenza e l’utilizzo dei beni pubblici occorrono azioni di manutenzione del territorio”. Da qui l’importanza di coinvolgere istituzioni, attori e comunità locali, creando momenti di dialogo capaci di portare a scelte condivise.

Provide è un progetto Horizon 2020 finanziato nell'ambito del societal challenge "Food security, sustainable agriculture and forestry, marine and maritime and inland water research, and the Bioeconomy". Insieme all’Alma Mater, sono stati coinvolti 14 partner, tra università e istituzioni europee, tra i quali l'Institut National de la Recherche Agronomique (INRA-Francia), il James Hutton Institute (UK), l'Università di Cordoba (Spagna), la University of Natural Resources and Life Sciences di Vienna (Austria), la VU University di Amsterdam (Paesi Bassi) e il Leibniz Centre for Agricultural Landscape Research (ZALF - Germania).