Mercoledì 10 ottobre , alle 17, nell’Aula Absidale di Santa Lucia (via de’ Chiari 25/a, Bologna) a David Freedberg verrà consegnato il Sigillum Magnum dell’Università di Bologna.
Dopo i saluti del Rettore Francesco Ubertini, la prof. Maura Savini presenterà lo studioso che, oggi, dedica buona parte del suo lavoro alla direzione della Academy for Advanced Studies in America, presso la Columbia University. Prenderà poi la parola David Freedberg per una lezione magistrale dal titolo «Imagination and the neuroscience of action: the implications for art and design». A seguire, la consegna del Sigillum Magnum.
David Freedberg si trova a Bologna su invito dell’Accademia Nazionale di Agricoltura che gli conferirà il titolo di Accademico Onorario nel corso di una cerimonia, lunedì 8 ottobre alle ore 17, presso l’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti di Bologna (via delle Belle Arti 54); Freedberg, attualmente Accademico Corrispondente, sarà così il quarto Accademico Onorario dell’Accademia.
L’evento è promosso dall’Accademia Nazionale di Agricoltura in collaborazione con Genus Bononiae, Musei nella città e con la Fondazione della Cassa di Risparmio di Bologna. In questa occasione, dopo i saluti dei tre presidenti delle istituzioni coinvolte, il prof. Giorgio Cantelli Forti, il prof. Fabio Roversi-Monaco e il dott. Carlo Monti, la prof. Maura Savini presenterà lo studioso che terrà una lezione magistrale dal titolo «Monsters to mathematic: from description to diagram in the circle of Galileo».
Pierre Matisse Professor di Storia dell’Arte alla Columbia University dal 2007, già direttore del Warburg Institute di Londra, visiting professor presso le università di Groningen, Oxford, Bruxelles e altre, David Freedberg ha impresso al suo lavoro il segno di un’autentica interdisciplinarità in grado di far interagire i diversi territori culturali che la sua ricerca ha, spesso genialmente, intrecciato in modo libero da sovrastrutture accademiche.
Agli iniziali studi sull’arte e la pittura del XVI e XVII secolo, ha fatto seguito il lavoro rivolto alla resa visiva delle scoperte naturalistiche e scientifiche in età moderna, lavoro che lo ha portato a occuparsi del rapporto tra arte e scienza secondo un approccio che mette definitivamente in crisi l’idea di una visione univoca dell’arte per adottare un atteggiamento aperto che non si preclude mai l’uso degli strumenti offerti dalle scienze.
Da più di un decennio Freedberg riflette sull’importanza che le neuroscienze rivestono per la comprensione delle risposte all’arte e alle immagini, dedicando una parte considerevole delle sue attività alla collaborazione con neuroscienziati interessati a un approccio scientifico e senso-motorio alla conoscenza e allo studio di tali risposte.
Insieme al gruppo di ricercatori che a Parma ruota attorno a Giacomo Rizzolatti e Vittorio Gallese, Freedberg ha tracciato le basi neuronali delle risposte alle immagini mostrando come l’uso degli strumenti offerti dalla scienza costituisca una grande occasione per comprendere questioni dell’arte che, a oggi, continuano a restare irrisolte.
Ma i risultati di questi studi non si limitano alla storia dell’arte: occupandosi di iconoclastia, di damnatio memoriae, di censura, e soprattutto di empatia, di idolatria, in realtà Freedberg supera gli aspetti meramente estetici dell’arte poiché, investigandone l’importanza rispetto alla vita, alla politica e ai meccanismi etici che muovono le società, si interroga su temi sostanziali che riguardano la natura umana nel suo senso più pieno.