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Riciclare il packaging multistrato grazie all'azione degli enzimi

L’Alma Mater è nella squadra di TERMINUS, progetto di ricerca europeo che punta a creare una nuova generazione di materiali plastici per l’imballaggio in grado di essere riciclati e riutilizzati


Ideare una nuova generazione di packaging ecosostenibile grazie all'aiuto di particolari enzimi che ne permettono il riciclo. È la sfida di TERMINUS, nuovo progetto di ricerca europeo a cui partecipa anche l'Università di Bologna. Mettendo insieme per la prima volta esperti di produzione di imballaggi, scienza dei polimeri e progettazione di biocatalizzatori, TERMINUS punta a sviluppare una nuova generazione di materiali plastici multistrato in grado di essere riciclati.

Oggi il packaging con cui vengono comunemente confezionati alimenti, bevande, cosmetici e altre merci deperibili finisce infatti il più delle volte negli inceneritori o in discarica perché non riutilizzabile. Un problema che il team di TERMINUS punta a superare con l’aiuto di particolari enzimi in grado di decostruire il materiale plastico, separando i singoli strati di cui è composto. In questo modo, gli imballaggi multistrato oggi diffusissimi in negozi e supermercati diventeranno per la prima volta riciclabili: un passo avanti importante lungo la strada che porta verso gli ambiziosi obiettivi dell’economia circolare.

L’Università di Bologna partecipa a TERMINUS mettendo in campo competenze specialistiche nell’ambito della scienza dei polimeri e delle biotecnologie. Responsabile scientifico per l’Alma Mater è Laura Sisti, ricercatrice del Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali. A coordinare il progetto – finanziato dall’Unione Europea con oltre 5,7 milioni di euro – è la Scuola di Ingegneria Meccanica e Chimica Sigma-Clermont (Francia). Il consorzio coinvolge in tutto 13 partner di otto diversi paesi europei: Francia, Belgio, Lituania, Italia, Germania, Norvegia, Svizzera e Svezia.