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Produzione agro-alimentare sostenibile: l’Alma Mater partecipa a cinque progetti PRIMA

Il nuovo programma di finanziamento europeo premia l’Università di Bologna con un contributo complessivo di 1,25 milioni di euro. I progetti vincitori coinvolgono ricercatori del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari e si concentrano sul miglioramento delle produzioni agricole in chiave sostenibile nell'area del Mediterraneo


Sono cinque i progetti di ricerca che coinvolgono l’Università di Bologna finanziati – per un contributo complessivo di 1,25 milioni di euro – nell'ambito della nuova iniziativa europea PRIMA - Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area. Avviata nel 2018 con il sostegno di un partenariato di diciannove paesi e nell'ambito del programma Horizon 2020, PRIMA finanzia idee innovative per la gestione sostenibile dei sistemi idrici e agro-alimentari nel bacino mediterraneo: innovazione nei sistemi alimentari, tecnologie per la sostenibilità e la sicurezza in agricoltura, uso efficiente delle risorse idriche.

Con la prima tornata di bandi, l’Alma Mater si è aggiudicata cinque progetti, due dei quali nel ruolo di coordinatore. Tutti i progetti vincitori coinvolgono ricercatori del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari e si concentrano sul miglioramento delle produzioni agricole in chiave sostenibile all’interno di un contesto – quello dell’area mediterranea – fortemente colpito da cambiamenti climatici, urbanizzazione e crescita della popolazione.

Un chiaro esempio è FIT4REUSE, coordinato dal professor Attilio Toscano, dedicato al riutilizzo e alla dissalazione delle acque per la produzione agricola e alimentare. Il progetto, che coinvolge anche il Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali dell’Alma Mater, affronterà il tema del trattamento delle acque reflue e lavorerà sui processi di dissalazione, ottimizzando le tecnologie esistenti. In questo modo sarà possibile garantire risorse idriche alternative per l’agricoltura da utilizzare in sicurezza.

L’altro progetto a guida Unibo – chiamato Med-Berry e coordinato dalla professoressa Elena Baraldi – si concentra invece su una coltura particolarmente amata e molto diffusa nei paesi dell’area mediterranea: la fragola. Med-Berry svilupperà strumenti, metodi e protocolli innovativi per il controllo degli agenti patogeni che attaccano la pianta, selezionando varietà di fragola resistenti a funghi e malattie, con un approccio sostenibile in senso sia ecologico che economico.

C'è poi ArtiSaneFood, che vede come referente Unibo il professor Gerardo Manfreda. Il progetto si concentra su quindici alimenti fermentati artigianali a base di carne o latticini, prodotti in Portogallo, Spagna, Italia, Francia, Grecia, Marocco, Tunisia e Algeria. I ricercatori coinvolti saranno al lavoro per sviluppare strategie di bio-intervento e sistemi di monitoraggio capaci di valutare la pericolosità dei processi di produzione e controllare la possibile presenza di agenti patogeni, garantendo così la sicurezza e la qualità dei prodotti.

L'allevamento del pesce marino è invece al centro del progetto SIMTAP, che vede il professor Daniele Torreggiani come referente per l'Alma Mater. Lo scopo è applicare i principi dell'economia circolare a questo tipo di produzione. Per farlo, il progetto implementerà e testerà un sistema integrato autosufficiente che combina la produzione idroponica di acqua salata nelle serre e l'acquacoltura in terra: in questo modo i rifiuti provenienti dal primo livello del sistema di coltivazione vengono riciclati e possono diventare input per il secondo.

Infine, si parla di ulivi. L'intensificazione delle colture tradizionali - elemento socio-economico chiave di molte regioni del Mediterraneo - ha provocato infatti impatti ambientali significativi generando conseguenze negative, come erosione e perdita di fertilità del suolo e degrado degli habitat naturali. L'obiettivo del progetto SUSTAINOLIVE - a cui l’Università di Bologna partecipa con un team che fa riferimento alla professoressa Tullia Gallina Toschi - è allora quello di sviluppare strumenti e soluzioni in grado di migliorare la sostenibilità dell'agricoltura olivicola.