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UrbanFarm: nuova vita per gli spazi abbandonati grazie all’agricoltura urbana

Al concorso internazionale organizzato dall’Università di Bologna e di Firenze hanno partecipato oltre 90 studenti da tutto il mondo. Una fattoria di Bologna, una scuola di Belluno e un’azienda di Conegliano al centro dei tre lavori di ri-progettazione premiati.

Foto di Andrea D'Alessandro e Gianmarco Sabbatini

 

Spazi urbani abbandonati e inutilizzati che rinascono producendo cibo e dando vita ad attività di lavoro e intrattenimento in modo sostenibile. Da questa ambiziosa sfida è partito UrbanFarm2019, concorso internazionale di agricoltura urbana organizzato dall’Università di Bologna e di Firenze. Alla competizione hanno partecipato più di 90 studenti provenienti dall’Italia e dal mondo, di discipline scientifiche e umanistiche, che da ottobre 2018 a febbraio si sono impegnati nella ri-progettazione di tre spazi abbandonati nelle città di Belluno, Conegliano e Bologna.

Grazie ai progetti elaborati dagli studenti una scuola inutilizzata, una fabbrica e in disuso e un’ex fattoria hanno idealmente ripreso vita. Il primo progetto classificato ha infatti ripensato l’ex scuola Orzes di Belluno come una “Idro-Officinal Library”: un luogo di coltivazione, di piante esotiche nelle stanze interne attraverso un sistema hi-tech, e di erbe alpine e miele, tramite coltivazione tradizionali e alveari posizionati nel “tetto verde” della struttura. Il team vincente, selezionato da una giuria internazionale, ha conquistato un premio di 6mila euro, assegnato a Elisabetta Tonet (Università Ca’ Foscari), Isabella Dagostin (Politecnico di Milano), Niccolò Tagliaferri (Università di Bologna), Nicola Colucci (Università di Pisa), Nicola Dal’Agnol (Università di Padova), e Pamela de Biasi (Università di Treno).

Foto di Andrea D'Alessandro e Gianmarco Sabbatini


“Gilgamesh” è invece l’evocativo nome assegnato dal secondo team classificato al progetto per l’ex fabbrica Zanussi di Conegliano. Il sito è stato ripensato come un centro di formazione per artisti, agronomi e agricoltori, all’interno del quale svolgere attività agricole (attraverso luci Led e un sistema di ricircolo dell’acqua) e dove realizzare anche un birrificio. Alla squadra di Haidy Taki Eldin Adel Ali Mousa, Hadil Tarek Abdelaty Abdelhafez, e May Loaay Mohamed Elhadidi (Cairo University), Pietro Tonini, Lorenzo Fellin e Antonella Frongia (Università di Bologna), e Virginia Castellucci (Università di Trento) è stato assegnato un premio di mille euro.

Foto di Andrea D'Alessandro e Gianmarco Sabbatini


La fattoria Fantoni di Bologna è stata infine ri-progettata come un “Acquaponic Social Garden”, ovvero una serra di vetro, interna all’edificio, capace di ospitare organismi acquatici al piano terra e piante al primo piano. Il terzo premio, dal valore di 500 euro, è andato al team composto da Francesco Lombardo, Luca Settanni e Gian Marco Tamborra (Università di Bologna), Alessandro Biagetti, Eleonora Marcoccio e Marco Falasca (Università Tor Vergata) e Lorenzo Scopetti (Università di Ferrara).