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Grunge, britpop, hip-hop: la moda degli anni '90 in mostra ai DAMSLab

Una selezione di circa cinquanta pezzi per un percorso narrativo in grado di suggerire quanto l’eterogeneità del panorama musicale di fine millennio e le mode lanciate da personaggi come Kurt Kobain, Lauryn Hill e Liam Gallagher abbiano influenzato i codici vestimentari di quel decennio


Mercoledì 17 luglio, alle 18, inaugura ai DAMSLab del Dipartimento delle Arti Unibo "Check Point 90s. Paesaggi di moda dalla foresta alla strada": una mostra progettata durante “Out of the Archives”, workshop finale del Master in Design and Technology for Fashion Communication, nato da un accordo tra l’Università di Bologna e la Fondazione Fashion Research Italy. Guidati da studiosi e professionisti del settore, gli studenti iscritti alla terza edizione del Master sono stati chiamati a misurarsi con l’elaborazione di un progetto espositivo teso a valorizzare il patrimonio conservato presso l’archivio aziendale di Woolrich, gli Archivi di Ricerca Mazzini e l’Archivio della Fondazione Fashion Research Italy (FRI).

Dedicata alle evoluzioni formali, materiche e di occasione d’uso del capospalla parka e del tessuto check, la mostra presenta pezzi storici e contemporanei del marchio Woolrich accostati a capi e accessori degli anni Novanta appartenenti alla vasta collezione degli Archivi di Ricerca Mazzini: da Jean Paul Gaultier a Prada, da Katharine Hamnett a Dolce & Gabbana, da Versace a Gianfranco Ferré, fino a Stone Island, Yohji Yamamoto, Junya Watanabe, Helmut Lang, Marithé + François Girbaud.

Una selezione di circa cinquanta pezzi per un allestimento che intende tracciare il passaggio del parka e del check da archetipi del workwear e della vita all’aria aperta a simboli distintivi di varie sottoculture, fino alle interpretazioni sperimentali da parte dei fashion designer del cosiddetto fronte radicale.

Sullo sfondo il crossover tra musica e moda che ha animato la scena culturale giovanile degli anni Novanta, celebrato attraverso tre sezioni tematiche, intitolate Seattle’s Ground, East Coast e West Didsbury in omaggio ai luoghi più emblematici dei generi grunge, rap e britpop. Un percorso narrativo in grado di suggerire quanto l’eterogeneità del panorama musicale di fine millennio e le mode lanciate da personaggi come Kurt Kobain, Lauryn Hill e Liam Gallagher abbiano influenzato i codici vestimentari del decennio. Del resto, moda e antimoda negli anni Novanta non collidono più: complici di questo fenomeno sono i circuiti mediatici come il canale televisivo MTV e, tra le altre, le riviste indipendenti The Face, i:D, Ray Gun che, dando spazio a stili d’abbigliamento e di vita peculiari delle sottoculture, li diffondono orizzontalmente, a livello planetario, in un mix che sfuma definitivamente i confini tra underground e mainstream.

Testimoni di questo flusso di scambi, rimandi e citazioni dalla strada alla passerella e viceversa, i pezzi in mostra sono, inoltre, posti in dialogo con alcune riproduzioni dei 30.000 disegni tessili su carta e tessuto del Fondo Renzo Brandone (Archivio FRI), offrendo un’occasione per riflettere sul ruolo delle varie realtà archivistiche come fonte dinamica di ispirazione per la moda contemporanea. In linea con le più recenti tendenze nel campo del display, l’esperienza di visita è, infine, arricchita dalla possibilità di fruire di contenuti multimediali attraverso una postazione di Realtà Virtuale, attrezzata con visore VR.

Check Point 90s. Paesaggi di moda dalla foresta alla strada

dal 17 al 18 Luglio 2019

DAMSLab (Piazzetta Pier Paolo Pasolini, 5/b - Bologna)

Esposizione progettata dagli studenti iscritti alla terza edizione del Master Design and Technology for Fashion Communication, nell'ambito del workshop finale “Out of the Archives", che li ha visti fare esperienza, sotto la guida di vari studiosi e professionisti, nella creazione di un progetto di mostra teso alla valorizzazione del patrimonio conservato presso l'archivio aziendale di Woolrich, gli Archivi di Ricerca Mazzini e gli Archivi della Fondazione Fashion Research Italy – Fondo Renzo Brandone.