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La mostra sul '68 degli studenti chiude con "la rivoluzione in musica"

Un concerto a Palazzo Poggi in occasione della chiusura dell'esposizione “Je ne veux pas mourir idiot! Il Sessantotto dall’Università al mondo”, allestita al Meus. La contestazione del Sessantotto si lega alla musica e nella musica trova una delle sue maggiori forme espressive

Con "La rivoluzione in musica" si chiude la mostra "Je ne veux pas mourir idiot! Il Sessantotto dall'Università al mondo", allestita al Meus dell’Università di Bologna, da ottobre scorso fino al 19 maggio. Il concerto è in programma per venerdì 17 maggio, alle 21, presso il Cortile dell'Ercole di Palazzo Poggi (Via Zamboni, 33), aperto all'intera comunità universitaria e cittadina. Per l’occasione, sarà possibile visitare la mostra esposta al MeuS - Museo Europeo degli Studenti (Via Zamboni, 33), eccezionalmente aperta dalle 19 alle 21.

La protesta ideologica e militante travolge ogni settore della cultura e la musica riflette le trasformazioni dei comportamenti sociali. Alla guida di questa rivoluzione ci sono America e Inghilterra, dove il blues e il folk si congiungono al rock e la sperimentazione si spinge fino ai limiti della psichedelia a rappresentare la controcultura hippie.

Massimo Papini introdurrà i brani musicali eseguiti da "LA SEZIONE".
La scaletta del concerto prevede come intro "Ballad of easy rider/Wasn’t born to follow" dei The Byrds; a seguire, i brani: Eve of Destruction di Barry McGuire, Tangled Up in Blue di Bob Dylan, The Weight di The Band, For What It’s Worth di Buffalo Springfield, Motor city is burning di MC5, Come Together dei Beatles, Ohio di Crosby, Stills, Nash & Young, Valle Giulia di Paolo Pietrangeli, The Wind Cries Mary di Jimi Hendrix, White Rabbit dei Jefferson Airplane, Friend of The Devil dei Grateful Dead, Hurdy Gurdy Man di Donovan, The man in me di Bob Dylan, L’avvelenata di Francesco Guccini.

La rivoluzione in musica: 1968

17 Maggio 2019

ore: 21:00

Palazzo Poggi, Cortile dell'Ercole (Via Zamboni, 33 - Bologna)

Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili

Concerto di chiusura della mostra "Je ne veux pas mourir idiot! Il Sessantotto dall'Università al mondo". Massimo Papini introduce i brani musicali eseguiti da "La Sezione".

La contestazione del Sessantotto si lega alla musica e nella musica trova una delle sue maggiori forme espressive. La protesta ideologica e militante travolge ogni settore della cultura e la musica riflette le trasformazioni dei comportamenti sociali. Alla guida di questa rivoluzione ci sono America e Inghilterra, dove il blues e il folk si congiungono al rock e la sperimentazione si spinge fino ai limiti della psichedelia a rappresentare la controcultura hippie.