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Il principio attivo che aiuta a smettere di fumare

Un farmaco comunemente prescritto per la terapia del diabete di tipo 2, riduce in modo significativo in modelli animali i sintomi tipici di astinenza da nicotina, sia fisici che emotivi. La scoperta potrebbe portare a nuove terapie utili per combattere la dipendenza dal fumo di sigaretta


I sintomi di astinenza da nicotina – tremori, aumento dell’appetito, ansia, irritabilità – che spesso sono il principale ostacolo per chi prova a smettere di fumare possono essere ridotti in modo significativo da un principio attivo appartenente ad una classe di farmaci per il diabete. A verificarlo con successo nei modelli animali è stato un gruppo di ricercatori italiani, svedesi e statunitensi: i risultati del loro studio sono stati pubblicati su The Journal of Neuroscience.

Il principio attivo studiato si chiama “pioglitazone” ed è un farmaco utilizzato da più di vent’anni da chi è affetto da diabete di tipo 2. Bersaglio del farmaco sono dei particolari recettori chiamati PPARγ (isoforma gamma del recettore attivato dai proliferatori dei perossisomi), che una volta attivati permettono di aumentare la sensibilità dei tessuti all'insulina. I ricercatori hanno però scoperto che l’azione di questi recettori è in grado anche di ridurre i sintomi tipici legati all’astinenza da nicotina.

“Si tratta di un risultato molto interessante per la possibile ricaduta applicativa sulla condizione di dipendenza dei fumatori, tra i quali ci sono molti giovani che tendono spesso a sottovalutare i danni per la salute connessi con il tabagismo”, dice Patrizia Romualdi, farmacologa e professoressa dell’Università di Bologna, tra gli autori dello studio. “Gli esiti di questo studio contribuiranno ad indirizzare future terapie farmacologiche verso nuovi bersagli terapeutici utili per combattere la dipendenza dal fumo di sigaretta”.

NICOTINA E DIPENDENZA
Il consumo di tabacco è una delle principali cause di malattie e di decessi evitabili: l’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che ogni anno il fumo uccide più di sette milioni di persone.

La dipendenza dalle sigarette deriva della presenza di nicotina, che agisce sui circuiti neuronali che controllano i meccanismi legati ai comportamenti ripetitivi, alle motivazioni e al sistema della ricompensa, responsabile delle emozioni positive che coinvolgono la gratificazione. Chi cerca di smettere di fumare, in assenza di nicotina manifesta sintomi negativi sia fisici che emotivi come tremori, ansia, depressione, aumento dell’appetito, irritabilità: conseguenze che spesso finiscono per scoraggiare l’abbandono delle sigarette.

IL FARMACO ANTI ASTINENZA
Per cercare una soluzione a questo problema, i ricercatori si sono concentrati sul ruolo di un recettore denominato PPARγ, noto per essere il bersaglio di un farmaco per il diabete, il pioglitazone. Oltre ad aumentare la sensibilità dei tessuti all'insulina, però, i recettori PPARγ sono conosciuti anche per la loro capacità, una volta attivati, di combattere la dipendenza dall’alcol e dagli oppiacei. Da qui l’idea di testare l’azione del pioglitazone nell’attenuare i sintomi legati all’astinenza da nicotina. I ricercatori hanno così testato in laboratorio, su topi e su ratti, l’effetto del principio attivo in diverse condizioni, ottenendo risultati incoraggianti.

“L’esito dei nostri studi ha mostrato come l’attivazione dei recettori PPARγ sia in grado di prevenire la manifestazione dei segni somatici ed emotivi dell’astinenza da nicotina”, spiega Patrizia Romualdi. “Più precisamente, le nostre ricerche hanno dimostrato un aumento dell’espressione genica dei recettori PPARγ sia nell’ippocampo che in amigdala: la somministrazione di pioglitazone nell’ippocampo riduce i segni fisici dell’astinenza, come ad esempio i tremori, mentre la sua somministrazione nell’amigdala attenua i sintomi emotivi come l’ansia e l’irritabilità”.

Grazie a queste nuove informazioni sui meccanismi neurobiologici che regolano l’azione dei recettori PPARγ nel contrastare la dipendenza da nicotina, i ricercatori prospettano la possibilità di utilizzare molecole che, attivando tale recettore, possano aiutare chi vuole smettere di fumare.

I PROTAGONISTI DELLO STUDIO
Lo studio è stato pubblicato su The Journal of Neuroscience con il titolo “Activation of PPARγ Attenuates the Expression of Physical and Affective Nicotine Withdrawal Symptoms through Mechanisms Involving Amygdala and Hippocampus Neurotransmission”. Per l’Università di Bologna hanno partecipato Patrizia Romualdi, Francesca Caputi e Sanzio Candeletti del Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie. Hanno inoltre partecipato studiosi dell’Università di Camerino, guidati dal professor Roberto Ciccocioppo, della Linköping University (Svezia) e della Omeros Corporation (USA).